SB Storie Bizzarre SB N4 | Page 20

Il vecchio alzò lo sguardo preoccupato sul suo compagno di cella. Da quando lo avevano condotto in quella squallida prigione, non aveva parlato, né era riuscito a vedere il suo viso, eppure dalle dita che rimanevano scoperte dal saio nero capì di avere di fronte uno della stirpe dei Serpenti. Infatti la pelle grigio scuro era simile per colore ai popoli neri del nord, ma le squame da rettile che la componevano non potevano mentire. Fu travolto da un brivido quando pensò alle storie su questo oscuro popolo. Assassini nati, adoravano Morte come unico dio, mietendo le vite di coloro che si opponevano ai loro piani con una crudeltà calcolata. Si dice che un Serpente conosca un migliaio di modi per uccidere un uomo con ognuna delle armi create dall’ uomo. Sedeva in un angolo della cella a gambe incrociate salmodiando sottovoce, il saio nero che lo ricopriva era cinto da fasce di cuoio scuro strette tutto intorno al torace e alle braccia. Quando smise di recitare i suoi riti guardò il vecchio mostrando finalmente il viso. I duri lineamenti sembravano scolpiti nella pietra, con il naso schiacciato, la curva grave delle labbra e la mascella squadrata. La sua pelle scura e squamata faceva rilucere il viso, che altrimenti sarebbe sembrato umano al bagliore delle torce, mentre gli occhi gialli e obliqui scrutavano la figura del vecchio. - Morte mieterà le sue messi di sangue stanotte. Il sangue si infrangerà sulle mura di Karak come la rossa spuma del mare sulle scogliere al tramonto. Lui me lo ha detto. - la sua voce era calma e sussurrata, come una brezza estiva. Ghignò mentre delle guardie lo prelevavano dall’ umida cella, per portarlo all’ interrogatorio e alla sua tortura. L’esplosione del metallo lo risvegliò facendolo respirare di colpo. Inspirando come un animale appena nato, rotolò sul fre20