rio, elevandolo dal resto della città e dalla sabbia. Quel prete le
serviva vivo e il tempo stringeva; era l’ unico a conoscenza degli
occulti segreti della torre e a poterla condurre alla leggendaria
Statua di Utnapishtim. Le storie intorno ai fuochi del suo clan
narravano dell’ antica sculturasituata nelregno nei cieli, in grado
di ridonare la salute a chiunque la toccasse, persino ai feriti più
gravi, agli storpi e ai deformi. Ashtur lo sapeva. Doveva fermarlo e grazie ai poteri miracolosi poteva salvare suo padre, Gorn
Ali Rosse.
Le guardie erano ben armate e molto numerose, evidentemente
il loro capo non badava a spese e godeva di una certa protezione. Infatti non era l’ unico essere deforme in città dato che un
gruppo di loro erano Demoni, creature deformate dalle radiazioni nell’ animo e nel corpo, bandite dagli insediamenti umani
per sempre, equipaggiate con fucili semiautomatici, reliquie e
residui dell’ ultima guerra dell’ uomo. Piazzate strategicamente sulle mura esterne del palazzo, una piccola fortezza costruita
con pietra e parti di un antico aeroplano, capì che avvicinarsi
allo scoperto sarebbe stato un suicidio. L’ informazione che aveva pagato più cara, con la moneta del sangue di tre ladri esperti
del quartiere del porto, diventava l’ unica alternativa. Un ingresso segreto tramite le fogne dava accesso al cortile interno. Trovata la grata alla base del promontorio la rimosse facendo leva
con la lancia Undiver, l’ arma sacra della sua famiglia, cercando
di agire lentamente, senza provocare rumore. I muscoli del suo
petto sodo e nudo si gonfiarono, mettendo in mostra i tatuaggi
tribali del suo clan che la ricoprivano quasi interamente. Quando scomparve nel buio del cunicolo solo i suoi occhi bianchi da
lupa rimasero a brillare nella umida oscurità.
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