SB Storie Bizzarre SB N3 | Page 57

ci si beccava la solita robaccia sintetica. Eppure se tutti schifavano quel surrogato di whisky che lasciava in bocca un retrogusto di petrolio, c’era chi il sesso lo preferiva artificiale. È per questo che lui doveva tenere Rachel sotto sorveglianza assidua e quando non poteva in prima persona, doveva affidarsi a quei pochi che nutrivano la sua fiducia. Era già successo che qualche scellerato avesse provato a violentarla. Per quanto avessero tentato di tenere segreta la sua natura, le voci avevano cominciato a circolare anche troppo presto e il prurito di certi ceffi, che altrimenti avrebbero pagato in crediti per attingere a un ricco catalogo nei bassifondi della città, alimentava il loro impegno a confermare o confutare il dubbio sulla veridicità di quelle stesse voci. - Sei così bella ... - le disse quella sera; era il massimo che poteva concederle dopo ore di duro lavoro. Lei non apprezzò la banalità di un complimento che usurpava il posto a una sana scopata. Avrebbe voluto essere presa senza avere l’opportunità di reagire. Avrebbe voluto essere penetrata da dietro, la faccia al muro, le unghie a infrangersi contro la parete d’acciaio, i liquidi a colarle giù dalle gambe aperte. Non sopportava più quello che lui era diventato: un fuggitivo romantico e disperato, intrappolato tra l’attesa di perderla e la necessità di vivere. - Lo so - rispose lei in tono di sfida: l’insicurezza di un tempo, dettata dalla mancanza di pratica alla vita, aveva fatto posto a una coscienza di sé che rasentava l’arroganza. I ruoli si erano trasformati e da donzella inerme, il cui destino era nelle mani del prode cavaliere, era diventata l’aguzzina di un uomo alla mercé della paura di restare solo. 57