Seline, ripensando al loro stato d’animo quando avevano iniziato il viaggio, si stupiva. All’inizio era disperata e scontenta,
era infastidita dall’impossibilità di tornare a casa. Quella sera ci
sarebbe stato il Festival di San Remo, diamine. Anche Marco era
incazzato nero, diceva di continuo che non era possibile, che doveva vedersi con Angela, la sua fidanzata e che se gli dava buca
così, chissà quale casino gli avrebbe piantato quando l’avrebbe
rivisto. Giacomo invece era come inebetito. Qualsiasi cosa dicessero gli altri due, lui annuiva e rimaneva con la faccia da imbecille. Ma una volta iniziato il cammino, era avvenuto un altro
miracolo. Passo dopo passo, minuto dopo minuto, ora dopo ora,
nei loro cuori si era formata l’idea della loro avventura. Un senso eroico era cresciuto sempre più. La consapevolezza di essere
destinati a compiere grandi gesta, la voglia di affrontare e vincere i nemici.
E così alla fine erano arrivati sotto le querce alla base della Crosta.
- Dunque, - proclamò Martell - è giunto il momento di agire,
tergiversar non giova. Affrontiamo il nostro fato. - Come lo affrontiamo? - chiese Marmotta - Voglio dire, dovremo pur preparare un piano, no? - Quanto sei fifone, - rispose Martell, guardando Seline mentre
gonfiava il petto - Sei o non sei un eroe? Sei qui per sconfiggere
un fetido Orco! Marmotta a quel punto annuì.
- E allora non temere, devi solo affrontarlo e vedrai. Siamo eroi,
destinati a sconfiggerlo. - Hai ragione Martell, - disse Seline ammiccando - tutto questo
non è un caso. La trama del fato ci conduce verso questo perico38