estrassero delle borracce e dei pezzetti di carne salata e, mentre
la compagnia del sole scompariva all’orizzonte, consumarono
un rapido pasto. Mangiarono in silenzio, tuttavia i fischi e le sibilanti parole del vento portarono la mente di Seline a rievocare
le incredibili circostanze che li avevano condotti fin lì.
Solo un paio di giorni prima vivevano da ragazzi normali. Come
al solito erano usciti da scuola, s’erano fermati al bar Sprizzi per
fare due chiacchiere come tante altre volte. Poi era arrivato Augusto e li aveva invitati a casa sua per quel pomeriggio, voleva
giocare a un gioco chiamato Archetypus.
- Si tratta di un gioco di ruolo - aveva detto Augusto, aggiustandosi gli occhiali sul naso - roba forte, ci divertiamo, ve lo giuro.
Venite a provare e poi mi dite. Loro avevano deciso di fidarsi. Lei, Marco e Gianpaolo, che adesso si chiamavano Martell e Marmotta, avevano fatto uno squillo ai rispettivi genitori per avvisare che sarebbero andati a studiare insieme perché l’indomani avrebbero dovuto portare una
ricerca di storia alla professoressa Baldazzi, a scuola. I genitori
c’erano cascati tutti come pere. Alle quattro si erano ritrovati a
casa di Augusto che li aveva accolti con una canna e una torta al
cioccolato. Poi aveva iniziato a spiegare il gioco.
- Beh, non ve la faccio lunga- aveva detto Augusto mentre aspirava una bella boccata - diciamo che la base è semplice. Voi immaginate un personaggio fantastico, poi lo traduciamo in numeri
per farlo funzionare con delle regole che c’ ho in questo libro, e
poi il resto lo scoprirete giocando. - Facile, - aveva pensato Mara ( Seline ) - in pratica tutta fantasia.
Mai avrebbe creduto a cosa le sarebbe successo. Mezz’ora dopo
aveva creato Seline. E poi era accaduto l’incredibile. Augusto
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