essere scattato alcun allarme e non si vedevano soldati, se non
vaghe sagome nere sulle torrette di guardia all’ingresso.
Fece qualche passo verso la baracca accanto alla sua, fermandosi
giusto sull’angolo. Le luci erano spente.
Tirò ancora dalla sigaretta, appoggiandosi con la schiena alla parete e assaporò per un breve istante la quiete della notte. Stava
per tornarsene dentro, quando la porta della baracca si aprì e ne
uscì un sergente delle SS, con la divisa sbottonata e senza berretto. Era un uomo alto e corpulento e riconobbe in lui la figura che
aveva guidato i soldati all’arrivo del treno dei deportati.
Il sergente si guardò intorno con circospezione e sembrò non
notare Geert. Fece un cenno verso l’interno, da dove uscì una
ragazza con abito da prigioniera. Lei gli passò accanto, mentre si
allacciava i bottoni all’altezza del seno; il sergente l’accompagnò
fuori con una vistosa manata sulle natiche.
Geert volle vederci subito chiaro: l’interazione con i prigionieri
era intollerabile.
Comparve dall’angolo e gettò la sigaretta a terra con un gesto di
stizza.
- At-tenti! - ordinò perentorio.
Il sergente scattò sull’attenti goffamente, rischiando quasi di cadere. La ragazza cercò di sgusciare via, ma Geert la fermò afferrandola per un braccio. Tirandole la giubba, parte del vestito
non ancora allacciato a modo le scivolò sulla spalla, rivelando
una garza sterile incollata tra il bordo inferiore del seno e l’ascella. La garza era macchiata come se nascondesse una lieve
perdita di sangue.
- Sei ubriaco - disse poi rivolto al sergente.
- Truppführer Hahn, comandi …- il se ??????????????????)???????????????e??????????????????????????????????????!????????????????((0