della sua insopportabile levigatezza. Ripartirono attoniti. Un satellite fotografò tutta la superficie ed eseguì i rilievi topografici.
Fu confermato che la superficie era stata intagliata da artefici
arcani in un numero assurdo di facce, connesse senza errore. La
tecnologia utilizzata rimaneva misteriosa, la civiltà capace di una
così terribile abilità, era oscura.
Il diamante era abominevolmente simile in tutte le sue parti. Poligoni perfetti dovunque, in numero illimitato, ognuno perfettamente piano, ognuno perfettamente uguale al suo ideale geometrico. Il potente elaboratore della nave esaminò tutti i dati.
E, finalmente, trovò una irregolarità. La superficie di una faccia
appariva scabra. Una sonda mostrò cosa separava dalla perfezione assoluta quell’opera. Segni. Segni intagliati nel diamante.
Era uno squisito ricamo che si decise fosse una scrittura. Furono
interessati all’opera di decifrazione gli esperti più geniali della
galassia. E interpretarono quella traccia.
- Non è mai esistito, e non esisterà mai, un vivente più potente
di me. Quando sarò cenere dispersa, le generazioni potranno
vivere senza l’angoscia di un potere supremo, assoluto, incondizionato. Il mio urlo di guerra ha terrorizzato le stelle. Civiltà
orgogliose del loro sapere, dei loro artisti, della loro storia millenaria si sono inginocchiate davanti a me e a me hanno reso il
loro povero omaggio. Oppure hanno scelto di perire, annegate
nel sangue, incenerite dalla mia ira. Imperi planetari, domini
che si estendevano su sistemi interi hanno conosciuto l’oltraggio
della sottomissione o il martirio eroico dello sterminio. - È strano, se ho creduto, un giorno, di essere Dio? Ma non lo
ero. L’orgoglio, che mi stava accecando, rinvigorito dal potere
sommo, alimentato dagli oceani colmi di cadaveri, doveva smi14