Poi, un ragazzo coperto di brufoli venne oltre. Lo conoscevo: mi
aveva procurato dei componenti rubati per Electra.
– Ehi Marco, c’è una tipa qua fuori, un gran bel pezzo di sorca
che vuole vederti –
– Cos’è, mi prendi per il culo microbo? – Oh no, eravamo lì fuori a fumare, è venuta lei, ci ha chiesto se
ti conoscessimo. Ci ha allungato un bel pezzo da venti per venirti a chiamare. - diede di gomito al suo amichetto – È vero, o
dico stronzate? L’altro annuì. – È vero, cazzo, un gran bel pezzo di sorca! – La conoscete? – No, mai vista prima – Rispose il foruncoloso, convinto.
Baciai Genny sulla bocca, non parve accorgersi di nulla: era partita per la tangente.
Imboccai l’uscita scansando i corpi dei frequentatori del Lounge. Avevo uno strano presentimento. Niente di buono.
Mi recai in strada.
Era quasi l’ alba. Cercai per un poco. La intravidi, una ventina
di metri più in là. La responsabile del servizio di sicurezza Outright in persona. L’ interprete dei miei incubi, in carne e ossa.
Mi diressi verso di lei.
Se mi fai girare le palle stanotte ti metto sulle ginocchia e ti faccio il culo a strisce. Pensai.
Se ne stava appoggiata ad una grossa BMV, di quelle appena sfornate. Con fare indolente. Braccia conserte, pantaloni aderenti e
giacca in costosissimo cuoio nero. Aveva il potere di scatenare
tutta la mia antipatia, tutto il mio odio nei suoi confronti. Sentimento forte, l’odio, proprio come l’amore e il desiderio.
La luce gelida dei neon illuminò le morbide curve lucenti della
vettura. Le morbide curve lucenti dei suoi seni, dei fianchi, delle
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