cosce. Lei e la macchina sembravano prodotti dalla stessa fabbrica, i manufatti degli stessi robot.
- Maledetta strega. Ora ti accomodo io – Grugnii.
Ero ubriaco, senza energia. Barcollai. Dovevo aver l’aria di un
babbuino stupido.
Improvvisamente uno spostamento d’aria enorme, accompagnato dalla vampata di calore e dal boato di un’esplosione assordante, mi sollevò da terra trascinandomi a velocità folle nel
vuoto.
Ricaddi rovinosamente sul selciato, giusto ai piedi di Gertrud
Lilith.
Ero paralizzato. Volsi la testa verso il Lounge Lizard. Non potevo credere a miei occhi: quei maledetti assassini l’ avevano fatto
saltare in aria.
L’ odore di plastica bruciata, l’ assordante crepitare del fuoco, il
lamento dei feriti, le sirene d’ allarme impazzite.
Qualcuno cercò di salvarsi correndo in preda alle fiamme per
poi stramazzare esanime dopo pochi passi.
– Genny - Pensai prima di scivolare nell’ oscurità.
A chi non è successo di svegliarsi di colpo con l’impressione di
piombare nel nulla?
Ecco: il mio problema era quello di non riuscire a ridestarmi e
perciò continuai a cadere.
Sembrava che non mi sarei mai più arrestato ma alla fine due
piccole mani fermarono il mio volo.
Era Genny. Sembrava in forma, non più male in arnese come
prima, più energica e indiscutibilmente carina. Il suo volto era
raggiante e il pallore della morte aveva abbandonato le sue gote.
- Forza amore - supplicò - un piccolo sforzo e sarai salvo. Rimar24