cuore che batteva all’impazzata. - Lei… lei chi...? -
- Il proprietario della biblioteca. - rispose -Tu devi essere il
custode. -
- Lo sono. - dissi, riprendendo il controllo su me stesso. Calmandomi, altre domande affiorarono nella mia mente - Un
momento, ma lei per quale motivo è qui? Per quale motivo
mi ha assunto per custodire la sua biblioteca se poi di notte
anche lei si trova qui? Il vecchio sospirò e scrollò le spalle, sistemandosi la giacca
un po’ trasandata che indossava. - Non dovrei essere qui, infatti - spiegò. - Sono qui per il semplice fatto che le cose non
sono andate come sarebbero dovute andare. -
- In che senso, scusi? - chiesi, perplesso. - Se intende che ho
abbandonato la mia… - M’interruppe prima che avessi modo
di giustificarmi.
- Lei ha svolto il suo lavoro egregiamente. Probabilmente
l’errore è stato mio. Sai, alla fin fine non sono l’essere perfetto che tutti dipingono. - spiegò lui, quindi si mise a guardare i libri che lo circondavano - L’impressione che hai avuto
all’inizio sulla biblioteca non è poi così errata - aggiunse. Questa è davvero la mente di Dio. Li vedi tutti questi scaffali? Sono i custodi di tutti i libri che siano mai stati scritti,
in qualsiasi epoca, in qualsiasi lingua, da qualsiasi scrittore.
Per farti un esempio, ho avuto modo di leggere tutta l’opera
di Livio senza dover far ricorso alle periochae, senza contare tutte le tragedie di Eschilo o i libri che erano custoditi in
Egitto e i papiri delle epoche più lontane. Inoltre, ci sono tutti i libri che devono ancora essere scritti e le storie create da
abitanti di mondi lontani. È il mio piccolo gioiello e ne vado
molto fiero. Tuttavia… -
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