York, e un solo libro era stato preso in prestito? La necessità
di rispondere a questa domanda prese il sopravvento sugli
altri pensieri e, quasi senza accorgermene, avevo già acceso
il computer. Aprii il catalogo alla ricerca di ulteriori informazioni, ma quando digitai il titolo che avevo letto, una finestra
mi annunciò che nessun risultato era stato trovato e che forse l’avevo digitato in modo scorretto.
Perplesso, spensi il computer.
Perché solo quel libro era stato preso a prestito?
Quella domanda mi assillava e sapevo che c’era un solo modo
per rispondere.
Forse fu la prospettiva di avere ancora davanti a me un’intera notte d’isolamento a spingermi ad alzarmi da quella poltrona e muovere i primi, timidi passi nella Biblioteca, illuminata perennemente dalla luce arancione dei neon appesi
alle travi del soffitto.
Procedetti a passo abbastanza spedito, muovendomi con timore fra gli scaffali, allineati fra loro come soldati sull’attenti che si aprivano al mio cammino. Basterà trovare quel
dannato libro e tornare alla mia postazione, sarà questione
di un paio di minuti, continuavo a dirmi, anche se sentivo le
mani sudare. Continuavo a voltarmi nella paura di smarrire
la via del ritorno, nonostante mi fossi convinto che la grandezza della biblioteca fosse solo apparente.
Svoltai quando la fila di scaffali si piegò fino a formare un
angolo retto e proseguii il mio cammino, guardando le copertine dei libri che mi si presentavano e ringraziando che
fossero catalogati per titolo e non per autore. Nel mentre
che portavo avanti la mia insensata avanscoperta, torturavo
94