nera fumante. Gli incendi non erano stati ancora spenti del
tutto. Forse i sistemi a questo preposti non si erano riattivati completamente. Dodici piedi terrestri toccarono il suolo alieno circa 6 minuti dopo il lancio. Il pianeta era grosso
modo grande quanto la Terra, cosicché anche la gravità non
differiva in maniera incisiva. Erano a circa cinquecento metri dai resti bruciati della navetta.
Dalla Sala Tattica dell’AURIGA la spedizione era osservata
con vivo interesse.
- Qui Hirsch. Siamo in vista dell’obiettivo. Nessuna traccia
apparente del pilota, né di nessun altro. Voi vedete qualcosa? -
- Negativo Hirsch. I sensori sono molto danneggiati, ma l’analisi termica non rileva nient’altro che il nucleo del motore
della navetta. Procedete però con cautela. Cercheremo di coprirvi con le poche armi che siamo riusciti a riattivare - Ricevuto -
Lentamente la squadra di incursori si avvicinava al relitto.
Sembrava tutto immobile, quando dal nulla comparve un
uomo, o apparentemente tale. Aveva una veste in pelle di animale (qualunque fosse) e calzature simili ai caligula romani.
Sembrava a suo agio e per niente spaventato. L’apparizione
bucolica aveva bloccato i soldati, che reattivamente gli
puntarono addosso i fucili ma Hirsch gridò: - Fermi tutti!
Non sparate! Subito dall’Auriga arrivò la voce del Vice Comandante Lollordeth:
- Sparare a chi, Hirsch? Si spieghi meglio! -
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