SB Storie Bizzarre SB N1.0 | Page 67

Cercò di alzarsi, il braccio gli faceva molto male, ma riuscì a muoverlo. Forse era stato preso di striscio, oppure semplicemente il proiettile aveva perforato la carne senza spezzare ossa. Si tastò il petto ed estrasse il portasigarette che, invece di condannare la sua salute come spesso gli aveva detto il suo medico di fiducia, gli aveva salvato la vita. Sulla divisa si era allargata anche una macchia d’inchiostro per la rottura della stilografica e, forse complice la notte, era stata scambiata per sangue dai suoi assassini. Aveva avuto un’incredibile fortuna, ma adesso come avrebbe fatto a lasciare Auschwitz senza essere visto? Prima che potesse anche solo pensare un piano, udì rumori di passi. Tornò a fare il morto. - Aiutami con quest’ultimo, Mackiewicz - gridò una voce maschile con forte accento russo. Geert aprì nuovamente le palpebre per rendersi conto della situazione. Un corpo gli urtò il braccio ferito e dovette stringere i denti per non gridare dal dolore. Osservando i cadaveri che lo circondavano, comprese che si trattava di deportati, denudati e forse gasati poco prima. Membri del Sonderkommando li stavano trasportando e li accatastavano vicino a lui. Per fortuna, che ancora una volta gli sorrideva, il sole stava sorgendo alle sue spalle, quindi, con la luce negli occhi, gli uomini al lavoro avrebbero avuto difficoltà ad accorgersi che non era morto. - Che cosa fai, Mackiewicz, ti muovi o no? - tuonò ancora la voce di prima. Geert riconobbe il nome appena pronunciato nella 67