SB Storie Bizzarre SB N1.0 | Page 56

e consumo. Geert Schäfer non amava le sorprese e preferiva osservare l’operato di chi doveva esaminare quando meno se lo aspettavano, perché da sempre era convinto che la verità sul carattere degli uomini risiedesse nell’improvvisazione delle loro azioni, non nel calcolo programmato delle stesse. Nel giro di pochi minuti, un reparto di soldati armati di tutto punto prese possesso della zona e si posizionò sulla vasta banchina bianca, formando un sottile fronte in linea davanti ai binari ferroviari. Uno sbuffo ripetuto di un treno latrò in lontananza. Le SS avevano riempito la banchina in pochi istanti, come se fossero fuoriusciti dalle luci alle loro spalle al pari di grigi fantasmi, preceduti solo dal tramestio del loro incedere marziale; a comandarli un sergente alto e corpulento. Prima che Geert potesse obiettare, il frastuono metallico del treno sulle rotaie divenne incombente e così comprese che non aveva altra scelta che assistere e cominciare a scrivere. Mentre il treno prendeva forma nella notte, si chinò ad aprire la valigetta, ne sguainò un taccuino con la stessa fierezza con cui si sfodera una spada e, sotto lo sguardo attento dei due ufficiali, si armò anche della stilografica. Iniziò a scrivere mentre il treno rallentava e continuò a farlo, fino a quando il vapore invase la banchina e i pistoni smisero di ruotare arrestando la bestia metallica. Scrisse tutti i dettagli, non solo sul treno e i deportati; si dilungò parecchio sulla selezione operata dal personale di servizio e la gestione degli arrivi e la loro allocazione nei vari blocchi. Scrisse come era suo solito fare, senza tralasciare nulla, 56