namo attaccata alla cintura. Per un po’ avanzò nello scuro,
ingoiato da un buio più profondo di una notte senza luna,
squarciato soltanto dalla lieve luce che proiettava la sua
torcia. Improvvisamente il sudore iniziò a ghiacciarsi lungo
la schiena, come dita diacce che gli salivano fino ala nuca.
Un rumore come legna che si spezza, seguito da un ticchettare di cheliceri, mise in allarme il Falco. Qualcosa di inumano si stava nutrendo nel buio. Spense la torcia e pregò
Guerra di non essere stato sentito. Ma la speranza gli morì
nel cuore mentre con un verso che sapeva dei primordi del
mondo, qualcosa gli si avventò contro.
Kraban, nel buio totale, menò fendenti alla cieca con la
daga, mentre delle tenaglie si chiudevano sul suo fianco
destro facendolo sbiancare dal dolore. Era come se una
pressa idraulica gli stesse tra