la porta di casa e scaraventarsi nel gelo della notte che avanza. È
appena l’inizio, lo sa. E non può farci niente.
Lo schermo al plasma emette un lieve bagliore, una luce giallognola e deprimente che illumina il mobile basso con la consolle
di gioco e il telecomando; brilla a intermittenza, lanciando un
appello muto e ossessivo che però non deve attendere a lungo.
Numerosi led, spie, luci al neon e timer prendono vita in danze
frenetiche che animano il lato sinistro della sala. Dalla scrivania
il computer stride, nel modo tipico che ne accompagna l’ accensione, facendo esplodere le casse in un grido divino e furente,
che chiede tributi di sangue nemico: il motivetto di benvenuto
del sistema operativo. Persino la stampante e lo scanner sembrano impazziti, con il loro borbottare e vomitare fogli impiastricciati di toner, mentre il groviglio di cavi delle macchine diventa
un nido di serpenti neri stuzzicato da un bastone. La Playbox sul
tavolino inizia a tremare, moderno vaso di Pandora abitato dai
peggiori demoni delle leggende. Dal dispositivo di inserimento
dei videogames si alza una nebbiolina densa e iridescente, una
nuvola che sfrigola ed emana lampi verdazzurri. Vapore acqueo e
cariche elettrostatiche sembrano darsi battaglia all’interno della
sostanza che, sfidando la fisica, ora invade la moquette, lambisce
le rotelle della sedia girevole, circonda i braccioli del divano in
pelle; precipita a cascata dai 32 pollici del televisore ultrapiatto,
sparpagliandosi in gruppi e file ordinate.
- È uno scultore invisibile, Gesù Cristo o Satana in persona, che
usa quella roba come marmo grezzo? Tomas si stringe ancora di più nel cappotto logoro, battendo i
denti come una naccheraia professionista, desiderando sparire
nell’ombra della Venere che quasi non ne regge più il peso. Forme
bizzarre e solo vagamente umanoidi, partorite dalla nube elettronica, vanno assumendo geometrie e dettagli sempre più niti28