SB Storie Bizzarre SB N0 | Page 12

ai bordi di quella muraglia, gli adulti proseguivano a testa bassa verso casa. Erano in pochi quelli che si fermavano, e tutti per rimproverarci e dire che era pericoloso stare sul ciglio. Eppure mio padre lo aveva detto: c’ era stato un tempo in cui l’ interesse per il diverso era più vivo che mai; individui di ogni età si fermavano all’ ombra degli alberi, a discuterne il mistero; il luogo era diventato meta di gite scolastiche. Erano nate persino sette dedite al culto della sostanza. Poi l’ interesse era scemato e l’ aumento della produttività dovuto a nuove, esaltanti scoperte scientifiche aveva alterato i ritmi e le abitudini degli esseri in potenza. Adesso quello era chiamato il Golgo: confine naturale del mondo, nulla più di uno scorcio di paesaggio; Sinonimo di morte e sconfitta, come ogni confine. Sapevamo di doverci tenere alla larga dal margine, ma era più forte di noi. Non riuscivamo a starne lontani a lungo, proprio come una droga. Anni dopo capii perché, arrivando ad identificare l’ istante preciso della nostra assuefazione: eravamo di ritorno dalla scuola io, Biff, Joje e i fratelli Cend, e una brutta tempesta ci faceva camminare in fila indiana, a ridosso delle case. Sentimmo uno schianto sordo in lontananza, e ci mettemmo a correre nonostante il vento forte. Una folata più violenta delle altre aveva divelto un traliccio dalla sua base. Il palo della luce si era abbattuto su alcuni cilindri, facendone spargere il contenuto sull’ asfalto bagnato. Fu la prima volta che vedemmo il diverso, che ne sentimmo l’ odore. L’ odore! Era quello ad attrarci come chiodi ad una calamita; lo stesso aroma pungente che fece storcere il naso a due passanti, a noi pareva il concentrato di tutte le meraviglie esistenti. L’ incanto durò poco, perché una zelante squadriglia di soldati, con tanto di guanti protettivi e maschere antigas, arrivò a tamponare l’ incidente. Ci mandarono via in malo modo, dicendo che quello non era posto per marmocchi. 12