una possibile crisi di panico e con pieno autocontrollo,
continuò la traversata.
Il sole arrogante non lasciava spazio alle nuvole e Lucita
godeva del suo tepore con il naso all’insù. Tutto attorno
sorrideva, le sembrava di stare nel magico mondo dei
Teletubbies, si sentiva come uno di quei pupazzi di gomma
e come loro si esaltava per ogni oggetto che le capitava a
tiro, ipetendone il nome con un tono beota, come se stesse
nuovamente imparando a parlare.
- Fiore.
- Oh, fiore!
- Farfalla.
- Cassonetto dell’immondizia! Sembrava che l’energia dell’intero cosmo le penetrasse nelle
ossa.
Pensò che dovesse essere quella la sensazione che provava
Buddha in pieno nirvana.
In quel momento la sua solita agitazione interiore si placò,
si sentì per la prima volta legittimata ad infischiarsene del
tempo che combatteva tenacemente tutti i giorni della sua
vita.
- Maledizione! - Imprecò Rachele, il suo cellulare si scaricò
e con esso anche la speranza di poter vedere dove metteva i
piedi. Non perdendosi d’animo, la ragazza avanzò poggiando
le mani lungo la fredda parete rocciosa, sperando di trovare
la luce al termine di quella galleria, tornare indietro sarebbe
stato più faticoso, quasi impossibile. Con gli occhi spalancati
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