SB Storie Bizzarre SB N 1.2 | Page 32

di decine di cunicoli; stava per attraversare un luogo sacro e quella sarebbe stata decisamente un’ esperienza eccitante. Scelse uno di quegli stretti corridoi e avanzò con passo cauto, facendosi luce con il cellulare. L’aria era densa, sapeva di marcio. Di tanto in tanto il buio fitto veniva interrotto da sottili raggi di luce che bucavano la roccia. La ragazza avanzava testardamente, nonostante l’ agitazione, ad ogni passo le pareti diventavano sempre più vicine, il soffitto più basso e l’aria sempre più pesante, cosa stesse cercando non fu chiaro neppure a lei. Una voce debole rimbalzò tra gli stretti cunicoli. - Papà, dove stiamo andando? Rachele sobbalzò: da dove proveniva quella voce? Pensò a qualche visitatore curioso quanto lei, ma non vide nessuno, si convinse allora che fu solo frutto della sua paura: percezioni uditive distorte, pensò, la poltiglia ingurgitata con Lucita doveva essere piuttosto potente. Come un gatto, camminava sul perimetro della strettoia, attenta a non finire nelle pozzanghere melmose. Attraverso il rumore cadenzato delle gocce che lente precipitavano dalle stalattiti, riuscì finalmente a misurare il tempo che sembrava essersi fermato non appena aveva messo piede in questo strano parco giochi, quando ecco riaffiorare un’ altra voce dall’oltretomba, questa volta era il pianto di un uomo. Le si fermò il cuore, si raggelò il sangue, cercò in quel groviglio di gallerie qualcuno a cui potesse appartenere il pianto, ma non trovò alcuna presenza umana oltre se stessa. Respirò profondamente regolarizzando il battito cardiaco, scongiurò in tutti i modi 32