Ora tutto zitto, tutto oscuro, tutto perso.
Si girò verso una parete verdognola che risucchia la luce degli
occhi, ma ,dicendo soltanto la parola “Tempo” si illuminò come
una fenice possente, recando sul petto l’effige 4:06°A.M . La
seconda parola magica fu “Data” e la scritta diciotto ottobre
ottomilaottantatre dopo cristo si materializzò. Avrebbe
voluto spaccare il mondo in due con un pugno, quello destro.
La TM non si è spenta per un calo di corrente come l’ultima
volta. Si è rotta, scassata, persa, forse per sempre.
Chiamò il numero dei Tecnici.
Rimase nove minuti, sedici secondi e tredici millesimi ad
attendere senza una risposta. Quando qualcuno finalmente
lo salvò da quella tremenda attesa, lo fece un giovane non
più vecchio di 15 anni. Con una voce piatta e ripetitiva disse:
- Qual è il problema, signor Creanky? - La Total Machine è morta, venite a resuscitarla. - Tutte le squadre sono a riposo in questo momento, signor
Creanky, prima delle sei e mezza non potrà venire nessuno. - Sei e mezza? Così tardi? E io cosa farò tutto questo tempo?
- Non è un mio problema, signor Creanky, e ora, ho da fare.
La comunicazione s’interruppe.
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