un nemico formidabile.
Ma soprattutto! I romani avevano profanato il boschetto
sacro sulla cima della collina, dov`era l`altare che gli stregoni
utilizzavano per sacrificare vite in modo che potessero
accumulare il potere necessario a mantenere Dvorak e i suoi
orchi sotto controllo nel loro mondo.
Questo ormai non era più possibile, non avrebbe dovuto
sottovalutare l’intelligenza del signore delle profondità,
quel mostro ora lo aveva messo alle strette, aveva utilizzato
i romani per tentare di liberarsi dai vincoli magici.
Doveva stare molto più attento con Dvorak, era un essere infido
che non doveva la sua fedeltà a nessuno se non a se stesso
e se avesse potuto avrebbe sterminato i germani allo stesso
modo dei romani. Dvorak era un`arma estremamente potente
ma molto pericolosa, per la prima volta Arminio temette di
aver commesso uno sbaglio irreparabile nell`evocare quel
mostro. Avevano poco tempo prima che le gemme imbevute
del sangue dei prigionieri romani si esaurissero e senza
l`altare sacro non era possibile ricaricarle.
Si fermò improvvisamente, - Mandred! - chiamò a bassa voce
e il gigantesco guerriero con una fulva barba rossa in piedi
nell`ombra dientro di lui fece un passo avanti chinando il
capo al cospetto del suo principe.
- Convoca i capi clan attacchiamo all’imbrunire, sono stufo
di aspettare, mettiamo fine al potere di Roma sulle nostre
terre, una volta per tutte. Il messaggero senza dire una parola si inchinò e si inoltrò
nella boscaglia diretto verso i molti accampamenti delle
tribù accorse a combattere gli invasori.
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