allenamenti settimanali. Un classico sono i gradoni dello stadio che i giocatori devono fare con i sacchi di pesi sulle spalle, come racconta Luigi Di Biagio nel documentario “Zemanlandia” di Giuseppe Sansonna.
I dogmi di Zeman sono le sovrapposizioni sulle fasce e i tagli continui degli attaccanti. In difesa la zona è sovrana con la tattica del fuorigioco che porta per forza di cose a subire tanti goal, vuoi per il fatto che non sempre è facile salire tutti insieme nello stesso momento, vuoi per gli errori dei guardalinee. Un altro elemento fondamentale è l’intensità, che richiama l’idea del calcio totale di Cruijff. Uno dei motti del boemo è “se non c’è qualità ci deve essere quantità” ed è per questo motivo che spesso le sue squadre rendono molto più di quanto ci si aspetterebbe.
L’altro punto chiave è la gestione del gruppo e dello spogliatoio. Praticamente
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tutti i giocatori allenati da Zeman hanno un buon ricordo di lui dal punto di vista umano. Il calcio è uno sport di squadra e riuscire ad avere un gruppo di giocatori compatto è fondamentale per raggiungere i risultati.
Quando ha avuto dei buoni giocatori Zeman non ha fallito quasi mai, riuscendo a raggiungere e superare in diversi casi gli obiettivi richiesti. Tuttavia non è mai riuscito a vincere nulla di importante (a parte il campionato di C2 con il Licata e due campionati di Serie B con Foggia e Pescara) in quanto non ha mai allenato squadre di vertice.
Un altro valore aggiunto del