componente in vetro del pannello stesso . Al progettista spetta indagare anche il comportamento del vetro multistrato in condizioni di utilizzo diverse da quanto progettualmente previsto , ma prevedibili . Dal diagramma di flusso del Box 1 si evidenzia il fatto che la validazione del composto combinato di vetro e intercalare polimerico richiede riflessioni ragionate soprattutto alla luce del ruolo della temperatura di utilizzo e della durata di applicazione del carico . La UNI 7697 richiede , ad una molteplicità di tipologie di oggetti in vetro stratificato , di garantire il cosiddetto comportamento post rottura , ovvero un comportamento tale da evitare un immediato collasso del multistrato nel caso di una rottura di una o più lastre di vetro . Le soluzioni proposte dalla nota 5 del Prospetto 1 della UNI 7697 fanno riferimento alle seguenti opzioni : A ) utilizzo di vetri ricotti o vetri induriti nel caso in cui l ’ intercalare sia un polimero non definito “ rigido ” ai sensi della prEN 16613:2013 ;
B ) utilizzo di vetri temprati e impiego di un intercalare polimerico considerato “ rigido ” secondo la prEN 16613:2013 che rimanga “ rigido ” alla temperatura di impiego ;
C ) utilizzo di almeno un vetro indurito nella composizione del multistrato nel caso in cui l ’ intercalare sia un polimero non definito “ rigido ” ai sensi della prEN 16613:2013 . Premettendo che dell ’ opzione C ) ci occuperemo in un prossimo articolo ad essa dedicato , è necessario fare alcune considerazioni sulla base del fatto che le situazioni complesse non possono essere affrontate con il “ pensiero semplice ”.
OSSERVAZIONI SULLA SPERIMENTAZIONE
A ) Si deve tenere conto del fatto che una molteplicità di esperienze acquisite da prove sperimentali condotte a temperatura ambiente cessano di avere qualsiasi significato laddove le norme e le leggi ci obbligano a verificare la tenuta dei multistrato a temperature ben superiori rispetto alla temperatura ambiente . Il comportamento di un multistrato testato ad una certa temperatura non è estendibile ad altre temperature né superiori ( a causa della progressiva riduzione di rigidità del polimero ), né inferiori ( a causa di un progressivo irrigidimento e / o infragilimento del polimero stesso ). B ) In Italia non esiste il concetto di certificazione per sola via sperimentale della capacità di sostenere carichi da parte di un oggetto . È sempre necessaria l ’ assunzione di responsabilità di un tecnico abilitato che sottoscriva una relazione di calcolo relativa allo specifico progetto . Va inoltre messo in evidenza che la numerosità dei campioni da testare deve essere statisticamente significativa e un ridotto numero di prove sperimentali ( o addirittura una sola prova ) non può ritenersi sufficiente a descrivere il comportamento pre e / o post rottura di una intera classe di manufatti , soprattutto se il comportamento è variabile con il tempo e la temperatura .
OSSERVAZIONI SULLA PROGETTAZIONE
A ) Uno stratificato in vetro indurito ( o ricotto ) resiste meno di un equivalente in vetro temprato , ma garantisce una risorsa portante post rottura totalmente assente nel vetro temprato .
B ) Per resistere ai carichi di progetto saranno necessari spessori di vetro indurito o vetro ricotto superiori rispetto a quelli necessari per il vetro temprato .
C ) Nel caso si opti o sia necessario l ’ impiego di vetri temprati la natura della frammentazione del vetro impone , laddove la UNI 7697 richiede il comportamento post rottura , l ’ utilizzo di un polimero di stratifica che sia capace di evitare un immediato collasso del multistrato ( un cosiddetto polimero “ rigido ” ai sensi della prEN 16613 , che rimanga tale alla temperatura di utilizzo ). D ) L ’ aumento dello spessore delle lastre di vetro non rappresenta ridondanza ( CNR DT210 ).