RIVISTA DEL VETRO Novembre/Dicembre 2024 | Page 29

GRAFICO 3 - RTT per macroaree e classe dimensionale
( Var . % congiunturali , dati mensili , destag ., in volume )
ti e di materiali , dove continuano a manifestarsi strozzature che limitano il potenziale produttivo delle imprese .
Il CSC conduce inoltre una rilevazione sulle prospettive di un campione di imprese riguardo al fatturato ( indice RTT ). L ’ indicatore mostra un recupero nei servizi , un nuovo aumento nelle costruzioni , l ’ industria quasi stabile . Nel complesso si registra un moderato aumento a settembre (+ 0,9 %), dopo il forte calo di agosto . Il dato positivo di settembre però riesce a compensare solo in parte il calo dei due mesi precedenti , per cui il trimestre resterà negativo ( -1,9 %). Guardando ai singoli settori l ’ industria cala ( -0,2 %), mentre nei servizi si registra un moderato recupero (+ 1,9 %) e nelle costruzioni (+ 0,9 %) prosegue la moderata crescita dei mesi precedenti . I numeri relativi al trimestre sono : industria -2,7 %, servizi -3 %, costruzioni + 2,7 %. Il quadro si scompone se si considerano le aree geografiche e le dimensioni delle imprese . Il Nord-Ovest cresce al tasso più alto (+ 2 %) contro il + 0,3 del Nord- Est e del Centro e il + 0,1 % del Sud . Ma il trimestre chiude in calo in tutte le aree . Le imprese più grandi mostrano un andamento volatile analogo al totale economia (+ 1,7 % a settembre , ma flessione nel 3 ° trimestre ). Per le medie si ha una flessione sia in agosto che a settembre ; vanno meglio le piccole , che registrano un aumento in tutti gli ultimi tre mesi . Da questi numeri si potrebbero trarre alcune caute previsioni per il 2025 e non sarebbero neppure troppo negative . Ma all ’ orizzonte si profilano fatti nuovi , alcuni prevedibili altri meno , che potrebbero cam- biare completamente lo scenario . Fra quelli prevedibili non si può trascurare l ’ effetto del sostanzioso taglio delle agevolazioni fiscali che hanno fino a oggi sostenuto il settore dell ’ edilizia contenuto nella legge finanziaria . Secondo una stima di CNA ( Confederazione Nazionale Artigianato ), basata su uno studio di Nomisma , nei prossimi tre anni verranno a mancare quasi 100 miliardi di domanda di lavori di ristrutturazione . Almeno 3 milioni di famiglie potrebbero rinunciare a intervenire sul proprio immobile per renderlo più efficiente . L ’ effetto negativo però è stato calcolato sulla prima ipotesi del taglio , più severa di quella che potrebbe essere la decisione finale . Questi “ quasi 100 ” miliardi di domanda persa , secondo il rapporto di Nomisma artigiani e piccole imprese avrebbero il potenziale di generare 119,7 miliardi di valore aggiunto e attivare oltre due milioni di posti di lavoro . Nel conto c ’ è tutto l ’ indotto generato da questo tipo di lavori , dalle caldaie agli infissi all ’ arredamento . Per il 2025 CNA stima “ una contrazione sensibile del mercato pari a circa il 50 % in meno rispetto al periodo 2012-2019 ”. La spesa per gli interventi sugli edifici scenderebbe ai valori esistenti fino al 2011 , cioè circa 14 miliardi . La contrazione potrebbe causare , secondo CNA , “ la perdita di 17 miliardi di valore aggiunto , la mancata attivazione di 300mila occupati , 33 milioni di euro di minore valore ambientale , mancati risparmi di energia per 2.300 GWh , 409 milioni di mancati risparmi nelle bollette ”. Fra i fattori meno prevedibili c ’ è l ’ esito delle elezioni presidenziali negli USA . I due candidati hanno approcci di politica economica sensibilmente diversi ma inevitabilmente , passata la campagna elettorale che ha “ messo in pausa ” l ’ attività legislativa e una serie di decisioni esecutive , si riproporranno alcuni temi già noti : dagli incentivi alle imprese statunitensi che le rendono sempre più competitive rispetto a quelle europee , ai dazi verso la Cina ma anche verso l ’ Europa , fino alla politica estera . L ’ imposizione di tariffe commerciali potrebbe avere un impatto forte sull ’ Europa , anche perché probabilmente Bruxelles reagirebbe imponendo a sua volta dazi su prodotti statunitensi . È difficile prevedere quali Paesi e settori economici sarebbero più colpiti . Secondo alcune stime , una tariffa generalizzata del 10 % ridurrebbe il PIL della Zona Euro dall ’ 1 % all ’ 1,5 % del PIL totale nei prossimi 4 anni ( dallo 0,2 % allo 0,5 % in media annua ).
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