Rivista Cultura Oltre- Maggio 2018 - 5° numero rivista-cultura-oltre MAGGIO 2018 | Page 9

Roman civilization, 1st century A.D. Marble head of Aristotle (alabaster bust is modern). Copy of a Greek bronze original by Lysippus, 4th century b.C. [Roma, Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps] Aristotele vede la democrazia come una «way of life». Nell’inizio del IV libro (Politica) scrive: ( κτῶνται καὶ φυλάττουσιν οὐ τὰς ἀρετὰς τοῖς ἐκτὸς ἀλλ᾽ ἐκεῖνα ταύταις, καὶ τὸ ζῆν εὐδαιμόνως, εἴτ᾽ ἐν τῷ χαίρειν ἐστὶν εἴτ᾽ ἐν ἀρετῇ τοῖς ἀνθρώποις Politica 1323b.) Cioè la democrazia non è solo una forma di governo, ma un’opera d’arte. La democrazia è arte: una pratica volta non alla ricerca dell’utilità, ma alla ricerca della bellezza, della ricchezza di senso. La democrazia è un mondo di essere individuale e sociale che richiede condivisione di valori, solidarietà, interesse allo scambio di esperienze, impegno a superare gli egoismi. La democrazia è la dignità dell’uomo nella sua capacità di plasmarsi da sé. L’uomo secondo democrazia ha dignità solo quando può scegliere il suo modo d’essere: solo in quanto può esser soggetto d’iniziativa e non semplice strumento. Le istituzioni economiche, sociali, politiche giuridiche appaiono oggi in una condizione di squilibrio rispetto all’esigenza sempre più diffusa del rispet to della dignità umana. Oggi siamo cittadini o consumatori? C’è una differenza o no? Essere consumatore significa occuparsi della difesa esclusiva dei propri interessi, restare ancorato nel proprio particolarismo, come fosse una lobby, mentre essere cittadino, è tentare di andare al di là del proprio caso personale, prescindere dalle proprie condizioni per associarsi e condividere con gli altri la gestione della vita pubblica. È risaputo da tutti che siamo abitanti del supermercato come della città ed il nostro attacco alla democrazia è soprattutto un attacco ai vantaggi smoderati della prosperità. Oggi sono un essere senza qualità aperto a tutte le sollecitazioni, una personalità prodotta industriale. Il consumo è consolazione, una tregua nella rivalità, un balsamo alle ferite inflitteci dal mondo. L’arruolamento ripetuto logora i travestimenti. La moltiplicazione dei cambiamenti di dettaglio esaspera il desiderio di cambiare senza mai soddisfarlo. (E per polis intendiamo, volendo parlare in maniera generale, un numero di tali persone sufficiente ad assicurare indipendenza di vita. (Aristotele – Politica, III 1 1274 b-1275b). Secondo Eraclito l’uomo deve partecipare alla dinamica dei rapporti sociali «καθ’ό, τι αν κοινωνήσωμεν αληθεύομεν, α δε αν ιδιάσωμεν, ψευδόμεθα»). Facendo precipitare il cambiamento d’illusioni, il potere non può sfuggire alla realtà del cambiamento radicale. La moltiplicazione dei ruoli tende non solo a renderli equivalenti, ma anche a frammentarli rendendoli derisori. La quantificazione della soggettività ha creato delle categorie spettacolari per i gesti più prosaici o le disposizioni più comuni un modo di sorridere la dimensione del seno, un taglio di capelli ecc. Ci sono sempre meno grandi ruoli mentre aumentano le parti da comparsa. Ecco perché il consumismo guadagna luogo.L’individuo occidentale è per sua natura un essere ferito che paga il folle orgoglio di voler essere precario. L’impero del consumismo e della distrazione, ha iscritto il diritto di regredire all’interno del registro generale dei diritti dell’uomo. Le nostre passioni non sono più repubblicane o nazionali, sono 9