Rivista Cultura Oltre- Maggio 2018 - 5° numero rivista-cultura-oltre MAGGIO 2018 | Page 8
della socialità dei valori. Cosi il nuovo senso della politica si verifica nello sviluppo della “polis”.
Proprio nell’Atene di Pericle dove si compie la massima oggettivazione del concetto etico della
“polis”, abbiamo anche, per la prima volta, la discussione dei principi della democrazia.
Nell’Epitaffio tucidideo leggiamo: “Di nome, a parola era una democrazia di fatto il potere del primo
cittadino – cioè del principe”. Cioè abbiamo una democrazia solo a parole. Epitaffio di Tucidide è
un testo cruciale, un manifesto della democrazia, nella storia universale.
Nelle Supplici di Euripide, la tragedia portata sulla scena non molto dopo
il 424 A.C., nel bel mezzo della quale si svolge uno scontro dialettico pro
e contro la democrazia. Euripide, che non era molto amato dal pubblico e
che aveva anche amicizie politiche faceva critica della democrazia. Così,
ad esempio, gli argomenti contrari alla democrazia, come l’incompetenza
del «cittadino comune» al quale non possono affidarsi decisioni delicate
e cruciali, l’immancabile deriva demagogica etc., li fa esprimere da un
personaggio odioso. Però resta il fatto che i suoi argomenti rimangono
senza risposta. Anche Aristofane mette in scena in chiave allegorica un
virulento attacco al campione della politica ateniese di quegli anni, il
demagogo Cleone. Cleone sfrutta il popolo a proprio vantaggio. Questo
ceto politico professionale si impose soprattutto a partire dal 403, in
seguito alla restaurazione democratica seguita ai colpi di stato oligarchici
alla fine del V sec. Per quanto riguarda Aristofane, non dobbiamo dimenticare che il grande
commediografo fu un uomo di buon senso, fortemente attaccato alle tradizioni antiche. Era il primo
che ha parlato di modello politico professionale. Politicamente Aristofane era più un “populista” che
un nostalgico del regime aristocratico e, infatti, esalta sempre nelle sue commedie il buon senso
popolare e la vita semplice degli umili. Per dare una definizione minima di democrazia bisogna dare
una definizione puramente e semplicemente procedurale: vale a dire definire la democrazia come un
metodo per prendere decisioni collettive.
Busto di Tucidide
Tucidide quando parla di democrazia si riferisce al popolo, che si rivolta
sempre contro il potere politico. (Το εναντιούμενον τω δυναστεύοντι δήμος
ωνόμασται. Tyrannis enim sempre infesti sumus quicquid autem tyrannis
adversatur, populus nominatur. Lib,VI,89-91). Lo stesso dirà anche
Aristotele. Democrazia è il governo dei poveri molti. (Ανειμένη
δημοκρατία). Tuttavia la democrazia non è solo un insieme di regole che
servono per prendere decisioni collettive; e non è solo, affermazione di
principi quali uguaglianza, non violenza, libertà personali. Siccome la
democrazia non esiste in natura, è frutto di una convenzione e solo il rispetto (secondo Tommaso
d’Aquino) di essa, scaturito da un’autentica e condivisa convinzione, può far sì che essa sentita come
“naturale” in chi ne è soggetto e fruitore.
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