Rivista Cultura Oltre- Giugno 2018 - 6° numero rivista-cultura-oltre GIUGNO 2018 - 6^ numero | Page 10
busto di Eraclito
Durante il periodo arcaico della civiltà Greco-antica, Eraclito (554-480
a.C.) produsse l’ idea che «tutto muta»[17]. Durante l’ età classica,
Aristotele (384- 322 a.C.), ha definito la natura come «il principio del
movimento e del mutamento». Nella fattispecie, i mutamenti
susseguenti derivano dalle passioni, ma diventano avvertibili sotto
forma di patimenti. In genere, si manifestano o come «genesi», o come «corruzioni e
alterazioni» [18], le quali sono provocate per effetto di «opposizioni», dal momento che
«ciò di cui non esiste l’opposto, non può essere distrutto»[19]. Assai di più, da parte del
cambiamento, viene prodotto «rifiuto», il quale costituisce un «residuo della situazione
antecedente»[20], nonostante continui a sussistere all’ interno della sintesi della realtà
sviluppatasi, in ogni caso come non in atto ma in potenza o come biologicamente
infettivo, o come un elemento ideologicamente profanatore. Per tale ragione,
simbolicamente o in modo autoritario, la comunità organizzata tende ad estrudere o ad
ostracizzare dallo spazio della collettività, tanto dell’ azione poetica quanto dell’ azione
civile, tutti i membri non omologabili e quelli che si pongono contro il regime,
caratterizzandoli come «cacciati» o come «capri espiatori», come «velenosi» o «carogne»
e «miserabili» (rifiuti)[21]. Di conseguenza, la dialettica necessaria si espande alla realtà,
«estemporaneamente»[22] e in maniera incontrollabile, in base delle antinomie che
regolano la «tragedia vera», la quale si fonda sulla polis e si incentra sulle contraddizioni
che si sviluppano tra il logo e l’ antilogo egocentrico [23]. Inversamente, la buona
dialettica richiede di sopprimere il «comportamento ingiurioso o tirannico» [24], il quale
viene alla ribalta corrispettivamente alle «sei parti della tragedia poetica», il mito e la
morale, la parola e lo spirito, la prospettiva e la melo-pea[25]. A questo modo, tramite le
opposizioni imitative i «reggitori civili»[26] e gli «esarchi cerimoniali»[27], cercano di
trovare il modo di attenuare le opposizioni autentiche, portando i membri di ogni consesso
sociale, dal concetto soggettivo alla saggezza oggettiva, e dalla disarmonia iniziale all’
accordo finale. Circa ventitré secoli dopo i Greci classici, la dialettica si è imposta come
una delle principali correnti filosofiche in Europa. Il suo fondatore è stato il G.W.F. Hegel
(1770 -1841), il quale ha sostenuto che il processo ininterrotto della formazione del
mondo storico è iniziato allorché «l’essere puro ma inconsapevole» si è unito con il «non-
essere», conducendo verso il «divenire». L’«unione degli opposti» ha prodotto il
«movimento dialettico dell’idea»[28] e ha creato la «determinazione ideologica
originaria». In generale, il movimento dialettico dell’idea si sviluppa tra la «tesi»
determinata, alla quale si oppone una determinata «antitesi», da cui scaturisce la
formazione di una «sintesi». Di conseguenza, le determinazioni ideologiche rendono la
coscienza, alla stregua di un ricettacolo di «conoscenze acquisite»[29]. Le convinzioni
idealiste di Hegel sono state «ribaltate» dai filosofi materialisti[30], i quali hanno respinto
lo «sviluppo metafisico “dell’essere” verso lo “spirito assoluto”»[31]. In particolare, F.
Engels (1820 – 1895) accoglie la dialettica esclusivamente come «la conflittualità
naturale tra la tesi e V antitesi»[32]. Indissolubile viene considerato il rapporto tra la
dialettica e le due manifestazioni della tragedia. D’altronde, come sostiene Aristotele « il
complesso»[33] della poetica è il corrispettivo della «creazione e dell’ azione»[34]. Di
conseguenza, la causa generatrice sia del movimento civile, sia della creazione scenica,
dipende dalla dialettica, la quale orienta qualsiasi movimento e provoca ciascun
mutamento. Inizialmente, la tragedia civile si sviluppa in seno ad una società organizzata,
tramite 1’agire reale, in virtù del quale si manifestano le «contrapposizioni dialettiche
reali» dei membri della società. Inoltre, le azioni sono valutate sulla base di
determinazioni ideologiche date e si caratterizzano sia come «importanti e condotte a
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