Rivista Cultura Oltre 7^ e 8^ numero - LUGLIO - AGOSTO 2018 rivista-cultura-oltre LUGLIO AGOSTO 2018 | Page 21

Pierre Hadot E secondo Pierre Hadot la «Cura in sé», della cultura greca antica è più una fantasia che una realtà e insieme è una conquista non è un dono, e anche un’aspirazione all’infinito. La «Cura in sé» in Aristotele prende un’altra forma. È ciò che Aristotele chiama «vivere bene», «vita buona», «vera vita». La vita buona deve essere nominata per prima perché è l’oggetto stesso della prospettiva etica. Quale che sia l’immagine che ciascuno si fa di una vita compiuta, questo coronamento è il fine ultimo della sua azione. E’ questo il momento di ricordare la distinzione che Aristotele tra il bene, quale è perso di mira dall’ uomo e il Bene platonico. La distinzione tra «Φιλείν» (amato) e «Φιλείσθαι» (essere amato). [2] Nell’etica aristotelica non si può far questione che del bene per noi. Questo esser relativo a noi non impedisce che non sia contenuto in alcun bene particolare. Esso è piuttosto, ciò che manca a tutti i beni. Tutta l’etica presuppone quest’uso non saturabile del predicato «buono». Con Aristotele possiamo capire anche la prima distinzione tra etica e morale. L’uno viene dal greco, l’altro viene dal latino ed entrambi rinviano all’idea intuitiva di costumi, con la duplice connotazione che cercheremo di scomporre. Di ciò che è stimato buono e di ciò che s’impone come obbligatorio. Qui abbiamo secondo Aristotele l’obbligatorio della libertà ridotta, cosi come la vede con un’analisi il filosofo e psicoanalista S. Zizek. Cioè l’analisi del plusvalore quella del “plus-godere”, il meccanismo per cui “più bevi coca cola più hai sete, più profitto ottieni più ne vuoi, più compri più devi spendere”.Secondo Aristotele esiste la distinzione fra prospettiva e norma si riconoscerà facilmente l’opporsi di due eredità. Un’eredità aristotelica, in cui l’etica è caratterizzata dalla sua prospettiva teleologica, e un’eredità kantiana, in cui la morale è definita dal carattere di obbligazione della norma, dunque da un punto di vista deontologico. Nel pensiero di Aristotele esiste la differenza tra «φιλείν» cioè l’energia, e «φιλείσθαι» cioè la passiva situazione. La «Cura in sé», secondo Aristotele è l’uscita dalle paure «τους φόβους», 21