Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | Page 18
“Smettila! Non puoi chiedere nulla a quell’uomo che ha perso il figlio
in quel modo così…”
Non riuscì a finire la frase che il maresciallo Repello in persona entrò
nell’ufficio.
“Dottoressa la stanno aspettando. Si sbrighi… perché a quanto pare…
c’è posta per lei.”
Arrivò velocemente nel luogo del ritrovamento dell’appuntato Lam-
berti. Ancora se lo vedeva Giulia. Un bel ragazzo, bravissimo nel suo
lavoro. Un giovane uomo che Giulia in fondo in fondo invidiava.
Era sempre felice.
“Dottoressa c’è una busta che abbiamo ritrovato nel giubbino della
vittima.”
Giulia si girò con due occhi in fiamme verso il carabiniere che l’aveva
accolta in quel modo. “Si chiamava Mario. Mario Lamberti. Appuntato
Mario Lamberti.” Era la voce del drago che le abitava dentro a parlare.
Quel drago rabbioso che non le dava tregua, che la faceva sentire vit-
tima senza essere morta. Si diresse verso la macchina. Vide il ragazzo
coperto dal triste telo bianco. Sollevò il velo, come a sincerarsi di ve-
dere ancora nei suoi occhi un po’ di quella serena felicità che a lei era
ostile. La mannaia, che gli aveva squarciato il petto, era disegnata in
un istante eterno di dolore sul volto del giovane graduato. Giulia sentì
il cuore fermarsi un momento. Non ne poteva più. Era il momento di
dichiarare la sua sconfitta.
“Dottoressa ecco… vede…”
Fu solo l’istinto che le fece muovere la mano per prendere la busta di
plastica che conteneva una lettera.
Non avendo i guanti rimase a fissare la busta senza aprirla.
Vi era scritto il suo nome. Solo il suo nome.
“Come sapete che è per me?”
Sembrava più la preghiera di una bambina che un dubbio.
“Dottoressa dubitiamo che ci sia un’altra Giulia che interessi al nostro
assassino… maledetto assassino.”
Così dicendo il carabiniere le porse un paio di guanti in lattice. Lei li
indossò sospettosamente e poi aprì la busta. Dentro c’era un biglietto,
di quelli per gli auguri di compleanno. “Tanti auguri Giulia ora sono
13. Ancora mi cerchi però… Forse hai bisogno di aiuto… Non rimpro-
verarmi di non avertene dato…”
Sotto l’ultima parola era evidente una striscia di sangue che culminava
nella metà di un’impronta.
Giulia capì.
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