Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | Page 16
scorso 15 anni all’Interpol. Aveva quasi cinquant’anni, una corpora-
tura massiccia per una donna, che comunque nel suo metro e settanta
portava con autorevole disinvoltura. Era anche dotata di quella bel-
lezza imperfetta che rende una donna tanto irresistibile per un uomo
e allo stesso tempo tanto insicura per se stessa. Sempre impeccabile
con i suoi tailleur scuri e i suoi irrinunciabili tacchi. Una sua personale
corazza. Giulia si era distinta nella sua opera all’Interpol per la capa-
cità di analisi rapida delle situazioni e per l’approccio diretto e mas-
siccio, come il suo carattere e il suo corpo le imponevano. Era una
interventista nata. L’istino era la sua guida. Una guida che la condu-
ceva sempre nella giusta direzione, in tempi molto brevi. Era esatta-
mente il contraltare del capitano De Marchi. Anche lui era stato di-
staccato per circa una decina di anni all’Interpol. Uomo sottile, svet-
tava nel suo metro e novanta con tutta la leggerezza del suo sorriso e
della sua cordialità, che lo rendevano amabile per ‘principio’ senza
neanche conoscerlo.
Era un riflessivo.
Metodico lento. Giulia era solita definirlo ‘dai tempi biblici’. Ma pro-
prio in quella lentezza c’era la sua risorsa più grande. L’attenzione a
quei piccoli, a volte piccolissimi dettagli che facevano la differenza. E
la differenza in certi momenti conta molto. Soprattutto quando si
tratta di vite umane. Non si sa quale genio ai vertici dell’Interpol
avesse partorito l’idea di mettere insieme due persone così. Fatto sta
che proprio quella abissale diversità e quelle continue tensioni dovute
ad una differente visione del mondo avevano permesso loro di risol-
vere tutti i casi che gli erano stati affidati. Certo… in modi completa-
mente opposti… una volta con un colpo di maglio… un’altra con la
delicatezza di uno stiletto. Nessuno dei due era sposato.
Giulia era troppo dura per poter trovare un uomo che la alleggerisse
del suo peso. Aveva avuto un paio di relazioni serie, con persone rigo-
rosamente lontane per impegni di lavoro: un medico di Emergency e
un ricercatore distaccato ad Oxford. Ma fondamentalmente era sem-
pre una che nuotava nel rassicurante oblio della sua solitudine.
Giuseppe era stato legato per cinque anni con una collega olandese,
anche lei in forza all’Interpol e conosciuta nell’ambito di una inda-
gine. Lui era stato serenamente innamorato e capace di amare in tutte
le accezioni che tale sentimento possa concepire. Peccato che proprio
sul più bello Elke, la sua bionda e dolcissima Elke, perse la vita in un
recupero di ostaggi in Norvegia.
Dopo tale evento il capitano non si sentì più in grado di restare in un
reparto così operativo e allora chiese di tornare a servire l’Arma con
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