Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | Page 15
Giulia scese dalla sua auto, distrattamente parcheggiata davanti alla
Basilica di San Lorenzo in Lucina. Erano le due e un quarto, a quell’ora
la piazza non aveva confini.
Il tono dei suoi tacchi riecheggiava nel buio della fitta pioggia, che
scendeva sorda e leggera, come a coprire ogni sospiro di vita, celando
le stelle sotto una coperta di nuvole.
Il passo era deciso e pesante come al solito.
Si avvicinò all’ingresso del Comando dei Carabinieri, che da un po’ di
tempo la ospitava nella triste verifica del conteggio delle perdite. Lei
non si presentò al militare di guardia, neanche gli rivolse lo sguardo.
Aspettò giusto quell’istante necessario affinché le aprisse. Poi con il
suo passo pesante affrontò le scale, come fossero quelle del Golgota.
Arrivata al piano della Centrale Operativa Provinciale in seno al Re-
parto Operativo, entrò facendo un cenno del capo al maresciallo Luigi
Repello, il cui sguardo era ormai sempre più carico d’odio.
“Dottoressa, ben arrivata. Ne abbiamo perso un altro. Lo sa?”
Lei lo guardò con la durezza della pietra in cui era incastonata la sua
anima.
Subì l’accusa nascosta dietro quel beffardo saluto senza replicare.
Cosa vuoi replicare a chi è stato costretto a sopportare la perdita del
figlio con una mannaia nel cuore…
Tutto era iniziato mesi prima.
Il primo carabiniere ucciso lo avevano trovato all’isola Tiberina, sulla
scalinata che scende al Tevere. Era adagiato su un fianco l’appuntato
Pietro Terrulli, trent’anni. Un bel ragazzo dall’indole gioiosa, benvo-
luto da tutti i colleghi della Stazione Prati. Lo avevano trovato al mat-
tino con una mannaia da cucina incastrata nel torace all’altezza del
cuore, con una angolazione di quarantacinque gradi rispetto alla ver-
ticale del corpo. Dall’esame autoptico il muscolo cardiaco era risultato
letteralmente spezzato in due.Lì su quelle scale il ‘killer della man-
naia’, come venne definito dai media, aveva iniziato a pianificare
come sottrarre all’Arma i suoi elementi. Uno ad uno era arrivato ad
ucciderne ventidue. Tra questi, unica eccezione, il figlio del mare-
sciallo Repello. Le indagini condotte dagli inquirenti necessitarono
della consulenza della dottoressa Giulia Sinibaldi dopo la diciottesima
vittima. Il fatto fu di assoluta eccezionalità, tanto da conferirle un in-
carico di ‘emergenza straordinaria’ direttamente con l’intervento del
Ministro dell’Interno. Questo era un attacco perpetrato contro
l’Arma, una Istituzione dello Stato. Giulia era un funzionario
dell’AISI… gli ex Servizi Segreti. Era rientrata nel ruolo dopo aver tra-
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