Rivista Cultura Oltre 3° numero - MARZO 2018 rivista-cultura-oltre 3° numero -MARZO 2018 - | Page 13

Foucault accarezza il gatto Di solito dicono che l’animale accetta ogni persona senza guardare i suoi difetti e non si fa condizionare dal denaro, dall’età, dalla bellezza, dalla posizione sociale. F. Nietzsche scriveva che “… a volte la mia gatta assomiglia ad un uomo!”. E M. Foucault accarezza il gatto (come vediamo in una foto) con un tatto – contatto corporeo, con una conoscenza dei confini della propria individualità. Guy Debord, giocava ogni giorno con il proprio gatto. K. Axelos, piangeva la morte del suo amato gatto che dormiva (come diceva lui) sul libro di Fenomenologia di Spirito (di Hegel). La comunicazione che s’instaura con un animale utilizza un canale linguistico speciale improntato su naturalezza e semplicità: strofinamenti, carezze, gioco, sguardo negli occhi, che permettono un momento di opportuna distensione. Conoscono ogni tuo gesto, ogni tua parola, anticipano i nostri desideri. Sono insieme saggezza, dolcezza, bellezza. Il rapporto con un gatto è fonte di piacere e rilassatezza, infonde sicurezza e tranquillità. Pablo Neruda scriveva: “So tutto sulla sua vita ed i suoi misteri, ma non sono mai riuscito a decifrare il gatto”. Il gatto è un inno alla libertà che ha ispirato poeti e filosofi. E chiamiamo libertà quando l’esistenza auto-trascenda ogni individualità determinata ed esista come auto disposizione alla relazione. Il gatto indica come senso del motore (secondo Aristotele) e come alterità. I Greci, attorno al 500 prima di Cristo, chiamarono il gatto “ailouros” e vollero indicare il gatto come “l’animale che agita la coda” e come libertà. E la libertà è il desiderio della vita. La differenza tra il bisogno come impulso e il bisogno come desiderio della libertà, (differenza tra il soddisfacimento del bisogno fisico e la domanda di relazione dell’altro che è la libertà) sembra coincidere con il salto immenso ed evolutivamente inesplicabile dalla necessità alla libertà. Quando Lacan diceva che il soggetto nasce al posto dell’Altro (lettera maiuscola) significa che il soggetto nasce quando al posto dell’“Altro” appare il significato della libertà. Cioè; la libertà di qualcosa di più del bisogno biologico desiderio, un salto del riferimento auto- trascendente. Con altre parole possiamo dire che la concretizzazione del desiderio vitale in una referenzialità auto – trascendente cioè l’“Altro” della libertà. Il desiderio non si attua solo con le prescrizioni – possibilità biologiche dell’individuo fisico – ma con possibilità del valore auto- trascendente. 13