Rivista CULTURA OLTRE 2^ numero - FEBBRAIO 2019 RIVISTA CULTURA OLTRE 2° numero FEBBRAIO 2019 | Page 6

in una raccolta di poesie, “Domande poste a me stessa”, del 1954. Nonostante il suo allontanamento definitivo dal partito sia datato 1960, già prima si mette in contatto con i dissidenti e rinnega quanto scritto nelle sue prime due raccolte poetiche. Alterna l’attività poetica, baciata dalla fortuna nel 1957 con la raccolta “Appello allo yeti”, con il lavoro di redattrice presso la rivista “Vita Letteraria” sulla quale pubblica una serie di saggi “Letture facoltative” poi riprese in volume. Nello stesso periodo collabora anche alla rivista “Kultura”, curata da immigrati polacchi a Parigi. Le sue poesie, spesso molto brevi, sono costituite da versi liberi, scritti in maniera semplice e con una scelta accurata delle parole. Wisława Szymborska utilizza l’arma dell’ironia e del paradosso per affrontare problemi etici e umani di ampio respiro che diventano motivo di denuncia per lo stato delle cose in cui il mondo intero si ritrova a vivere. Tutte le sue poesie sono legate all’attualità del suo tempo storico. Scrive, infatti, componimenti che hanno come tema la compilazione del curriculum vitae, o che ritraggono l’infanzia di personaggi come Adolf Hitler. La sua opera vive e si nutre anche di una intensa attività di contestatrice che diviene sempre più significativa negli anni Ottanta durante i quali si impegna a favore del sindacato Solidarnosc di Lech Walesa. Nel 1996 viene insignita del Premio Nobel per la letteratura. La motivazione che accompagna il premio recita: «per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà». La poetessa accoglie il premio con sorpresa ed emozione, lei stessa si domanda come sia possibile un tale successo. Contribuisce alla diffusione della poesia francese in Polonia grazie alla traduzione di alcuni poeti barocchi e cura un’antologia di poesia ebraica. La sua ultima raccolta, pubblicata nel 2005, ha un enorme successo, e in una settimana ne vengono vendute quarantamila copie. Wisława Szymborska muore il giorno 1 febbraio 2012 a Cracovia dopo una lunga malattia. Nelle sue poesie ha affrontato più volte la tematica della morte affermando: “Non c’è vita che almeno per un attimo non sia stata immortale “. 5