Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 12
Ogni stanza ha anche un corredo sonoro, per esempio nella stanza dei bambini,
c’è un file che io ho realizzato, lasciando aperto un microfono, all’insaputa di
insegnanti e bambini, in una scuola dell’infanzia di Montemesola. Per cui senti
quello che succede in una classe di una scuola materna: dai bambini che strillano
alle insegnanti che rimproverano: il visitatore si sente così immerso in questa
sonosfera, in questa videosfera.
Assumiamo per assurdo che un musicista ti criticasse il fatto che la maggior
parte di questi strumenti non viene più utilizzata e che molti di questi sono
esperimenti unici. Cosa risponderesti?
Il fatto che lo strumento non sia utilizzato è importante per ridurre al minimo i
danni dell’usura, garantendo una conservazione nel tempo. Nessuno di questi
strumenti ha più soltanto la funzione di produrre suono. Tutti gli strumenti che
entrano nella casa museo perdono, superano questa loro funzione e assumono
qualcosa di più importante, che è la funzione di documento antropico, di
documento culturale. Quindi si portano dietro il loro valore di documento storico,
per come è stato costruito, per chi l’ha costruito, per chi l’ha utilizzato, in quale
luogo, in quale occasione è stato utilizzato, quali erano i contesti sociali,
economici, politici, religiosi in cui è stato utilizzato. Ancor più importanti sono
gli strumenti unici, gli esperimenti, perché ci dimostrano quali erano le esigenze
di rinnovamento degli strumenti, di chi li ha costruiti, riconoscendo quelli che poi
hanno avuto un domani perché sono state delle esperienze fruttuose e quelli che
non hanno avuto fortuna perché avevano dei limiti. Questi esperimenti unici
testimoniano le esigenze di un cambiamento, di un uso diverso dello strumento.
In tutti questi anni che tu hai accolto innumerevoli turisti, quali sono le
difficoltà che hai riscontrato particolarmente, specie nei turisti italiani?
Nessuna gran difficoltà, no anzi, il problema è interessarlo: il trucchetto sta nel
capire quali sono le sue competenze, le sue aspettative e andargli incontro, capire
quali sono le nozioni che lui si porta dietro.
Quindi sfrutti le sue esperienze.
Sì, glielo propini da un punto di vista antropologico, non tecnico.
Torniamo all’idea della casa museo; la museologia odierna si divide in piccoli
e grandi musei. La casa museo fa parte dei primi, ovviamente…
È una specificità dei piccoli musei, un sottogruppo.
Ecco, cosa può dare la casa museo a un grande museo e viceversa?
Allora fondamentale è che le due reti si parlino. Io faccio parte naturalmente
dell’Associazione Italiana Piccoli Musei ed è importante mettere in rete il nostro
patrimonio, le nostre conoscenze e poter usufruire del patrimonio e delle
conoscenze dei grandi musei. Questa è una cosa fondamentale: poter lavorare
insieme. Poi c’è un’altra cosa fondamentale, che è poter organizzare il flusso
12