Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 13
turistico in modo che sia possibile per il turista, per lo studioso, per il residente
aver contezza delle varie espressioni artistiche, quelle somme di cui essere fieri,
quindi la capacità del grande museo di esporre la massima opera d’arte, immortale
nel tempo e quella del piccolo museo invece identitaria della propria storia, delle
proprie radici. C’è un altro aspetto intermedio che viene poco visto, pensando al
territorio come museo all’aperto. Pensate a Lecce, la Grecìa salentina, quello che
rappresenta. Certo esiste il museo del tamburello, esistono questi luoghi fisici, ma
un museo diffuso, un museo aperto è tutta la Grecìa: l’architettura, il paesaggio,
l’enogastronomia, quindi tutto questo fa sistema e fa economia del territorio. Il
piccolo museo è il luogo fisico dove si concentra il meglio del territorio, nel mio
caso musicale, ma che ha l’obbligo di essere diffuso su tutto il territorio. È bello
immaginare di non dover andare al museo, ma di esserne parte, pensando alla
Grecìa salentina.
Ma quanto è bello quest’organo processionale, dove lo hai trovato?
Questo l’ho trovato a Vallo della Lucania, da un pronipote di un cardinale nato a
Vallo della Lucania, che ha svolto la sua missione sacerdotale prima a Napoli e
poi a Roma e il cui nipote se lo ritrovava.
Scommetto che hai scelto subito di metterlo all’entrata della casa museo.
Ovviamente sì. Anche quell’organo ha subìto un restauro rigorosamente
filologico, praticamente sono state ricostruite circa sette canne, rispettando il
rapporto tra stagno e piombo di quello originale. Pensate che Palestrina ha scritto
cinque brani processionali con un’estensione massima di due ottave e mai nessuno
aveva capito perché le avesse scritte con un’estensione così modesta. L’organo
processionale ha soltanto due ottave, è coevo non solo come età ma anche come
luogo del Palestrina, quindi molto probabilmente lui scriveva per quel tipo di
strumento, se non proprio per quello.
Facendo una percentuale approssimativa,
di tutti gli strumenti che ci sono, quanti
funzionano e suonano?
C’è un buon 75% di strumenti che riescono a
emettere suoni in maniera accettabile, tale
quanto meno da connotarne i colori e i timbri.
Pensi che l’ambiente un po’ stretto di questa sede si ripercuota sulla
fruibilità?
In effetti questa sede è pensata e tagliata come casa museo, per visite di un numero
molto contenuto, dieci-quindici, massimo venti persone; così la visita è fruibile.
Ovviamente per grossi numeri è impossibile, però questo è anche un vantaggio,
nel senso che anche il visitatore tra virgolette se lo merita, se la guadagna la visita,
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