Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 11
fenomeno di aggregazione sociale, come fenomeno culturale, diventando un
fenomeno antropico.
La tua idea di casa museo e l’idea della collocazione per contesti d’uso è molto
interessante: potresti spiegarla?
Due sono le esigenze. Una quella di offrire un percorso che non fosse per addetti
ai lavori: quindi chi entra qui deve portarsi dietro le sue conoscenze che alcune
volte potrebbero essere molto importanti, altre volte assolutamente nulle. L’idea
di affiancare alle classificazioni accademiche, quella di Curt Sachs in particolare,
un’altra classificazione, che è quella per contesti d’uso, permette la fruizione di
questi strumenti a un pubblico molto più vasto.
La seconda è quella di rendere il museo attrattivo per i visitatori, per cui la
strategia vincente è quella dell’accoglienza, di far sentire il visitatore la cosa più
importante all’interno di questo museo, di accoglierlo, di coccolarlo e questo lo
puoi fare accogliendolo in un ambiente domestico, come quello di una casa.
Questo oltre tutto ti permette di riaccoglierlo: uno degli obiettivi è quello di farlo
tornare, offrendogli qualcosa di diverso, sempre. Certo, gli strumenti si prestano
benissimo, perché non avendo una classificazione rigida tu li puoi anche spostare
nei vari contesti, possiamo quindi raggruppare gli strumenti per epoca di
provenienza, per luogo di provenienza, per modo di produrre il suono o altro. E
lo stesso strumento quindi può migrare.
Cercando di interpretare volta per volta le esigenze della comunità in cui stai:
quindi qui abbiamo ospitato presentazioni di libri, musica dal mondo, con le
università abbiamo lavorato sulle minoranze etniche, presentando musiche e libri,
studi di universitari con la facoltà di minoranze linguistiche e culturali
dell’Università di Lecce, col Dams, con tutte le scuole del territorio. Ma poi cerchi
di essere anche presente nel sociale. Sono tantissimi anni, già da quando ero a
Montemesola, che tutti gli anni partecipiamo a M’illumino di meno, e quindi
questo significa essere vivi nel proprio territorio, mantenendo ovviamente traccia
di quelle che sono le nostre tradizioni culturali.
Ovviamente non manca una ricerca certosina nell’arredamento e di alcuni
indumenti, di accessori, legati allo studio dello strumento, come il
metronomo, le sordine per il violino, ecc. secondo te perché sono
indispensabili questi dettagli all’interno della casa-museo?
Perché gli strumenti di per sé comunicano qualcosa, specialmente agli esperti,
però rischiano di essere poco comunicativi agli occhi del visitatore occasionale;
quindi devi cercare di rendere l’ambiente evocativo. Lo strumento dev’essere
descritto ed evocato all’interno di una stanza che permetta un coinvolgimento
multisensoriale del visitatore.
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