Resistenza e Cambiamento. Un Sindacato Umano per difendere la Specie. Resistenza e Cambiamento. | Page 5

di percorso, non è frutto del caso o del malgoverno … bensì si tratta di una crisi strutturale, inevitabile. E’ la logica conseguenza del processo che ha portato alla globalizzazione ed al trionfo planetario del Libero Mercato. La crisi è il sintomo del fallimento di un sistema economico, politico e sociale basato sullo sfruttamento dell’ Uomo e della Natura, sulla competizione sfrenata e sulla Crescita infinita, controllato dalla Tecnocrazia e originato dalla sete del denaro e del potere. L’ ideologia liberale, democratica, progressista e consumistica che promette libertà, uguaglianza, benessere e felicità, fallisce proprio perché non può mantenere una sola delle sue promesse. Infatti, a mano a mano che tale ideologia si afferma e si consolida, aumentano la miseria materiale e morale, le ingiustizie sociali, la dipendenza e la sofferenza psicologica. Il prezzo della libertà ( di scegliere tra merci inutili e dannose) sono la manipolazione mentale, l’ omologazione culturale e la desertificazione affettiva. Il prezzo del benessere materiale ( identificato nel lusso e nello spreco) sono la perdita di senso, la povertà spirituale e la scomparsa delle relazioni sociali. Il prezzo del progresso tecnologico sono la distruzione dell’ambiente e la riduzione dell’ essere umano a semplice appendice della macchina. I n parole povere, il prezzo che rischiamo di pagare alla follia produttivo/consumistica è l’estinzione della Specie Umana o, il che è lo stesso, una sua irreversibile mutazione genetica. Nella seconda parte del volume si passa dalla critica alla proposta, individuando la soluzione della crisi in un cambiamento profondo del sistema che l’ha creata: la “grande trasformazione”, come la chiama il sociologo francese Edgar Morin, che dovrà agire sia a livello individuale che a livello collettivo. E comporterà necessariamente delle scelte radicali. Per quanto riguarda l’organizzazione economica, l’unica alternativa è la decrescita serena, teorizzata da Serge Latouche, cioè il ritorno ad uno stile di vita frugale e conviviale. La società, come è implicito nel termine, dovrà basarsi sulla solidarietà e sul dono anziché sulla competizione e sullo scambio mercantile. Mentre a livello politico, il superamento della farsa democratica non può che approdare all’ autogestione generalizzata, così come sognavano Raoul Vaneigem ed i Situazionisti. 4