Realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (ottobre 2013) | Page 13

curricolo vuol dire definire un progetto su misura della propria realtà, nel quale però sono recepite le indicazioni che il centro fornisce a garanzia dell’unitarietà del sistema. Come garantire tanto la specificità progettuale delle scuole quanto la tenuta complessiva del Sistema? La soluzione prospettata è ben esplicitato all’art. 8 del DPR n. 275/99. Tale articolo, definendo in termini essenziali i compiti del centro, chiarisce la scelta operata, che è quella di un curricolo formato dall’integrazione di due fondamentali componenti, quella nazionale, che stabilisce il minimo comune indispensabile alla tenuta del sistema, e quella della singola istituzione scolastica, alla quale viene riconosciuta piena autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di ricerca e sviluppo. Tanto i vincoli centrali quanto le decisioni assunte in sede locale hanno caratteristiche prescrittive per gli alunni che frequentano la scuola. L’unitarietà del curricolo si manifesta nel Piano dell’Offerta Formativa. Al di là della pur importante questione del rapporto tra componente centrale e componente locale, la definizione del curricolo pone una questione ancora più rilevante, quella della sua fondazione pedagogica. Rispetto a questo problema, la chiave interpretativa ci è offerta dalla stessa normativa sull’autonomia che, richiamandosi per altro a quanto già fissato nella Costituzione, afferma che l’autonomia delle istituzioni scolastiche “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione, e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana” Il principio educativo della scuola è, dunque, la centralità della persona umana, del soggetto che apprende con la sua individualità e con la sua rete di relazioni, la sua appartenenza sociale, regionale, etnica, culturale. Il riferimento alla centralità della persona giustifica il fatto che gli obiettivi specifici di apprendimento, che il centro deve definire, siano riferiti alle competenze, più che alle discipline, secondo una logica che rovescia l’impostazione consolidata del predominio della “materia” di studio, e che viene bene espressa dallo slogan dalla scuola dell’insegnamento alla scuola dell’apprendimento. Le stesse discipline sono in funzione delle competenze da sviluppare, sono quindi mezzi di educazione più che fini della scuola. Il passaggio dai Programmi alle Indicazioni non è facile, non solo per gli insegnanti e dirigenti scolastici, chiamati a maggior responsabilità progettuale, ma anche per il Ministero, che ha la responsabilità di emanare le Indicazioni. L’autonomia rappresenta uno spartiacque culturale, che separa il più che secolare periodo di impianto centralistico ereditato dalla Francia agli inizi della nostra scuola statale (Legge Casati, 1859) da quello attuale, inaugurato nel 1999. In 10 anni si sono succeduti tre diversi testi19. Al di là delle differenze, essi rappresentano dei tentativi ancora iniziali di superamento della logica dei Programmi e della cultura centralistica, perché non è semplice in un tempo così rapido cambiare la cultura di governo del sistema scolastico. È molto difficile per il centro cedere competenze; ma è anche molto difficile per la scuola autonoma assumerle. La strada per l’autonomia richiede che si compia questo duplice passaggio: da parte del centro rinunciare a sostituirsi ai compiti che spettano alla scuola; da parte della scuola evitare di chiedere che il Ministero intervenga con le sue Indicazioni in materie che invece sono di esclusiva competenza delle istituzioni scolastiche. In ogni caso le Indicazioni sono un documento destinato ad essere sottoposto a revisioni molto più ravvicinate rispetto ai tempi di riscrittura dei Programmi nazionali, che sono invece pensati per durare molto a lungo, anche per decine d’anni. Oggi non sarebbe più possibile pretendere da un documento una tale durata. I tempi che viviamo sono contrassegnati da cambiamenti tanto profondi quanto rapidissimi, e il sistema formativo non riesce a star dietro alle richieste continuamente mutevoli che dalla società e dall’economia vengono fatte alla scuola. 19 Gli Indirizzi per l’attuazione del curricolo, del Ministro De Mauro (2000); le Indicazioni per i Piani di Studio Personalizzati, del Ministro Moratti (2003); le Indicazioni per il curricolo, del Ministro Fioroni (2007), le Indicazioni per i Licei della Ministra Gelmini (2010). REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO 11