Trova perfino una “soluzione” che non è l’atto pratico e tragico del suicidio,
ma alberga nella speranza: “Se tu mi avessi chiesto perché!”.
Quel “Tu” incontrato per necessità o per caso cui è rivolta una preghiera di
aiuto. Un “Tu” sordo che l’attrice impreca in scena, ma che aspetta, ogni
giorno, un attimo prima che il pensiero del suicidio la sfiori.
Suggestive le luci giocate dalla stessa Calvani e le musiche di Susanna Stivali.
Una versione tutta al femminile: forte e delicata. Un’esperienza che
il giorno dopo ti senti ancora attaccata alle ossa.
Carmen Vogani