Rassegna Stampa 4-48 PSYCHOSIS di S- KANE(ARVIGO CALVANI)doc07-03-2014-2.pdf Apr. 2014 | Page 39

classica di inizio, centro e fine, apparentemente mancante di una progressione, ma che in realtà possiede un struttura interna rigorosa. C'è in Psychosis una domanda sulla vita, sul suo senso e sulla propria collocazione nel mondo che assume dimensione tragica, è un corpo a corpo con i propri demoni, Psychosis parla a tutti noi, dà voce all’insofferenza di vivere che si affaccia prima o poi alla nostra coscienza. Queste le ragioni della grande eco suscitata da questo testo, le cui motivazioni e la cui potenza travalicanol’autobiografia del suicidio reale dell’autrice. La Arvigo ospita gli spettatori nel soffitto di una mente che sta per suicidarsi nella più serena consapevolezza, passando per studi medici e assurdi esercizi di psicoterapia. La sua presenza fisica diventa organica al testo mettendosi a completo servizio dello spettacolo, facendo rivivere i veri pensieri di Sarah Kane, ne diventa la forma reale, il respiro di una mente che ha deciso di spegnersi, assurdo specchio di una società vista da occhi troppo sognanti perché potessero davvero comprenderla, sostenerla, amarla e lo fa non solo con le parole ma anche riempiendo perfettamente il tempo del pensiero fra un concetto espresso e una frase spezzata. Il ritmo dello spettacolo è incalzante e costante nella recitazione, purtroppo però, unico neo, si ha l’impressione che il disegno luci, seppur efficace e molto pensato, non segua lo stesso ritmo del testo e della protagonista, risultando un po’ sbilanciato in lentezza, questo è un peccato perché disturbala percezione del flusso, del correre veloce dei pensieri tenuto così bene dalla Arvigo. Giusy Potenza