Rassegna Stampa 4-48 PSYCHOSIS di S- KANE(ARVIGO CALVANI)doc07-03-2014-2.pdf Apr. 2014 | Page 26

“Ecco io sono qui/ e c’è il mio corpo/ balla sui vetri”. L’esistere presente, qui e ora, irrompe in questo testo, diventato di culto, di Sarah Kane, 4: 48 Psychosis, che descrive i pensieri di una mente complessa, prima del suicidio. E c’è una presenza scenica, altrettanto d’impatto, in Elena Arvigo che lo fa risuonare nel suo corpo disperato e sensuale. Un corpo che desidera la morte, eppure è così vivo, vibrante, nel dettare leggi o abbandonarsi. Il testo di Sarah Kane è un’interminabile poesia, una preghiera piena di rabbia che disconosce qualsiasi forma di salvezza, che scava nella sua disperazione, a tratti lucidissima, scientifica, e affonda, con un’espressione dell’autrice, in una “neve nera”. La messa in scena, in esterno, senza quinte, e con la maestosa scenografia obbligata del Fontanone barocco non c