4:48 PSYCHOSIS –
Bisogna riconoscere che da oltre due anni il Teatroinscatola situato tra
Testaccio e Piazzale della Radio a Roma, precisamente a Lungotevere degli
Artigiani, ospita preziosi e originali appuntamenti di teatro.
Questo a dimostrare che la scena d’autore in Italia è in pieno fermento.
Noi spettatori ci accomodiamo nella scatola posta al piano inferiore,
sicuramente più idonea di quella del piano superiore dai perimetri molto
geometrici, più illuminista, forse più giusta per Diderot che per Sarah Kane,
scrittrice di teatro nata nel 1971 e suicidatasi giovanissima a ventotto anni,
punta di diamante della drammaturgia inglese contemporanea, autrice di sei
testi tradotti e rappresentati in tutto il mondo.
4:48 Psycosis racconta il suicidio, estremo e conclusivo gesto del mal di
vivere. Lo spazio scenico arredato con terriccio marrone, luci a terra,
pezzi di vetro, corde, carta da parati dove forse è trascritta la
tragicommedia dell’esistenza è il luogo della confessione della
bravissima interprete Elena Arvigo.
Il suo abito lineare è molto consunto, in alcune parti strappato; le gambe e i
piedi nudi sporchi sono sofferenti, come la sua anima. L’identità del
personaggio non ha più alcun sostegno, non c’è più possibilità di dialogo, di
speranza. Oramai la scelta è precisa. Non ci sono più le condizioni per
continuare ad esistere. Elena Arvigo cambia spesso registro, si dispera,
diventa eroina di una tragicità che sta per compiersi. La depressione
quando divora non lascia possibilità e come il “teatro è la necessità del male.
Mangia ed è mangiata senza sosta.
” Ma questo dramma a cui assistiamo è perforato dal magico flusso
lirico della Kane e dall’intensa Elena Arvigo, ben guidata da
Valentina Calvani. La commozione fa da padrona.
25 maggio 2011
(Alessandro Berdini)