Rapporto origini e garanzie materie prime VERSIONE DI SINTESI | Page 13
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circa 103 negatività. L’Italia è quarta in Europa (anche dopo la Spagna) e settima nel mondo con 112
irregolarità, un dato tutto sommato abbastanza positivo visti i grandi
volumi importati ed esportati.
In generale la maggior parte delle
irregolarità riguarda le contaminazioni microbiologiche e, in particolare, il maggior numero di notifiche riguarda ancora il riscontro di
salmonelle. Per quanto riguarda le
categorie di prodotti, le principali
irregolarità sono state riscontrate
nei prodotti della pesca, nella frutta secca (principalmente per micotossine, attraverso respingimenti
della merce ai porti), nella frutta e
vegetali e nell’alimentazione animale. Torniamo invece all’organizzazione dei controlli, dettagliata
anch’essa nel rapporto sc ientifico
esteso. Si diceva del Rasff, acronimo di Rapid Alert System for Food
and Feed. Si tratta di un sistema di
allerta rapida che consente la condivisione rapida delle informazioni
tra Commissione Europea ed enti
preposti al controllo degli alimenti
per il consumo umano e animale
nei Paesi membri ogni volta che si
individua un rischio per la salute.
Così facendo, è possibile reagire
in maniera rapida e coordinata per
scongiurare problemi alimentari
prima che arrivino al consumatore
finale. Del Rasff fanno parte i Paesi
dell’UE, la Commissione Europea
e l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (Efsa). A questi si aggiungono anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia. La procedura è
apparentemente semplice: quando uno Stato membro dispone di
informazioni su un rischio grave
per la salute da alimenti o da mangimi deve informare immediatamente la Commissione Europea
tramite il sistema Rasff. La Com-
missione quindi informa gli altri
membri per l’adozione di misure
idonee. Misure che comprendono
il ritiro o il richiamo del prodotto.
A sostegno del Rasff ogni Paese
membro, da gennaio 2007 deve
mettere in piedi un proprio Piano
Nazionale Pluriennale Integrato
dei controlli sulla sicurezza alimentare, che regoli tutte le attività
di controllo ufficiale, da parte delle
autorità competenti, a livello centrale, regionale e locale.
Perché, in effetti, gli enti preposti
in Italia sono numerosi, a partire
dall’Agenzia delle Dogane che ha
il compito di assicurare l’osservanza delle normative fiscali ed extrafiscali e di garantire la tutela del
commercio trasparente. A questa
si aggiungono i Nas, i nuclei antisofisticazioni e sanità (controllati
dal Ministero della Salute), che eseguono controlli sanitari sulle merci provenienti da Paesi terzi e altri
Paesi della UE, e il Dipartimento
dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi
dei prodotti agroalimentari (del
Ministero delle Politiche agricole,
alimentari e forestali) incaricato
di prevenire e reprimere le frodi
relative ai prodotti agroalimentari
e ai mezzi tecnici per l’agricoltura
(mangimi, sementi, fertilizzanti
e prodotti fitosanitari). Per mare
opera il Centro di Controllo Nazionale Pesca e Reparto Pesca Marittima (Ccnp) che si occupa di vigilanza e controllo sulle attività di pesca
marittima lungo tutta la filiera dallo sbarco ai punti di ristorazione,
nonché verifica l’etichettatura e la
tracciabilità dei prodotti ittici. E va
ricordato che al momento dell’ingresso nel territorio nazionale (nei
porti, aeroporti e dogane interne),
tutte le partite di merci di interesse sanitario – anche alimenti di
origine non animale destinati al
consumo umano – provenienti da
Paesi extra-europei, devono essere
sottoposte ad un controllo igienico-sanitario a cura degli Uffici di
sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) competente territorialmente, il quale verificata la non
pericolosità della merce, rilascia il
Nulla Osta all’importazione, documento che ne permetterà l’introduzione nel territorio comunitario.
Ma, per arrivare ai buoni risultati
di cui si parlava a inizio paragrafo,
quanti sono i controlli effettuati in
un anno?
Centinaia di migliaia se si sommano le attività di tutti gli organi
competenti nell’attività di controllo svolta in ambito nazionale. Sono
infatti pervenute 169 segnalazioni
da parte degli Assessorati alla Sanità, ASL, Comando Carabinieri
per la Tutela della salute e da altre
Amministrazioni. Lo scorso anno
erano state 153. Gli uffici periferici
del Ministero della Salute (USMAF,
UVAC e PIF) hanno, invece, notificato 348 irregolarità (400 nel 2011).