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Quelli che… ci siamo anche noi
V. Gandolfo – F. Sanfrancesco (Fiat Panda)
Valter Gandolfo
Un’amore trentennale
Valter è un fiume in piena quando parla della sua passione e delle sue esperienze nei
rally. “Ho iniziato a correre come navigatore nel 1984, la gara era il Valli del Bormida
e l’auto una Kadett Gte Gr 1, quindi “solo”
30 anni fa: non tantissimi se si tiene in
considerazione che il mio attuale navigatore, Sanfrancesco, festeggia quest’anno la
sua quarantaduesima stagione di attività.
Tra tutti e due abbiamo più di 70 anni di
servizio... La passione per i rally l’ho avuta
da sempre ed era appoggiata dai miei genitori. Partivamo in trasferta per seguire le
imprese di Verini, Pregliasco, Ballestrieri
fino ad un giovanissimo ‘Orso Bruno’ Bentivogli con la sua Simca Rallye 1. Non so
esattamente quante gare ho disputato, più
o meno un centinaio. Ho sempre corso con
le mie risorse economiche e non ho mai
partecipato a campionati interi. In genere
noleggio le vetture da corsa e passo da
una Super1600 a un Gruppo N1 poi ad una
R3, ma l’importante per me è correre. Ho
guidato tante vetture diverse dalla Uno 70
alla Clio 1600, la Skoda Felicia, la Opel
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Opc, la Peugeot 1300 e 1600, la Rover, la
Clio e oggi mi diverto con una Panda. Ho
sempre prediletto i fondi sterrati, che per
me sono l’essenza dei rally. Sono meno
pericolosi, lasciano spazio alla creatività
del pilota e, cosa da non sottovalutare, con
quattro pneumatici riesco a disputare sei
gare!”.
- Perché hai scelto di correre nel Challenge Raceday?
“Sono sei belle prove speciali che vengono
disputate in un arco di tempo limitato, il
Challenge è coinvolgente e ben strutturato,
è un’iniziativa privata creata con passione
e portata avanti con professionalità”.
- Qualche avvenimento che ti piace ricordare?
“Tanti. Le trasferte alla Targa Florio o al
Costa Smeralda quando ero ancora navigatore per esempio, la disponibilità della
gente a dare un aiuto. C’è un episodio che
voglio raccontare e che coinvolge i compianti Toivonen e Cresto: stavamo effettuando le ricognizioni in Sardegna con alcuni amici sui nostri pseudo muletti, delle
Fiat 127, loro stavano passando in quel
momento e non hanno esitato a fermarsi
con la loro S4 per vedere cosa succedeva
e hanno addirittura chiesto alla loro assistenza, quella ufficiale Martini, di passare
da noi. Abbiamo passato il resto della giornata a firmare autografi agli appassionati
locali perché ci avevano scambiati per piloti ufficiali!”.
- Come riesci a gestire le corse con il lavoro?
“Se c’è la passione il tempo per una ronde
si trova sempre. Ho una piccola attività con
una decina di dipendenti, prima mi copriva
mio padre, ora c’è mio figlio che mi da una
mano. La mia passione mi ha portato negli
ultimi anni a entrare a far parte del comitato organizzatore del Rally di Millesimo.
Ho dovuto lasciare questo incarico pochi
giorni fa un po’ per mancanza di tempo,
ma soprattutto perché è molto rischioso,
anche economicamente. Inoltre ci si scontra con una burocrazia farraginosa, che
coinvolge ministeri ed enti vari, che ti risucchiano energie e passione”.