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Storie di grande passione. Piloti dei quali si parla meno, ma che sono importanti
per il Challenge Raceday, per le gare che ne fanno parte e per i rally
G. Costenaro – P. Ometto (Peugeot 207)
Giacomo Costenaro
Passione di famiglia
E’ nato a Marostica dove abita e lavora
nell’azienda di famiglia. Venticinque anni e
tanta passione per i rally. Nel 2008 ha
disputato due gare, le prime della sua carriera, ma i risultati non sono stati dei migliori. Non ha desistito e nel 2009 ha partecipato al Trofeo Peugeot RC di zona e le cose
hanno iniziato ad andare meglio: “Si, ho fatto esperienza e inoltre ho chiuso il campionato secondo di zona e primo tra gli Under
23 nel Trofeo Nazionale ed è stata una bella
soddisfazione. Ho deciso di continuare e
nel 2010 ho partecipato al Trofeo 500
Abarth. Ho vinto la classifica Under 25. Il
premio era la partecipazione al Rally di
Como con una Punto Super2000 ufficiale.
E’ stata sicuramente una bella esperienza,
però non avevo ancora abbastanza esperienza e non ho potuto sfruttare al meglio
la vettura che peraltro è difficile da gestire
e con la quale avevo potuto effettuare solo
un breve test di circa dieci km prima della
partenza. Nel 2011 ho disputato il Trofeo
Citroen Ds3 mentre nel 2012 e 2013 sono
passato alla Peugeot 207 Super2000 e ho
partecipato ad alcune gare del Trofeo Rally
Terra e del Challenge Raceday”.
- Un percorso in crescendo. Ma com’è
nata la passione per i rally?
“Mio padre ha corso con la Lancia Stratos
e ci corre tutt’ora nei rally storici, per cui
la passione mi è stata trasmessa da lui.
Anche se fin da piccolo ero attratto da tutto
ciò che faceva rumore e andava veloce. Ho
corso con moto da cross ed enduro e alla
fine sono approdato ai rally, e adesso non
ne posso più fare a meno! Ad oggi ho disputato circa trenta gare e voglio continuare”.
- Quali tipi di fondo prediligi?
“Partendo dal presupposto che secondo
me la vera essenza dei rally sono i fondi
sterrati, credo che sulla terra sia il pilota
che può fare la differenza rispetto alle gare
su asfalto dove forse conta di più la vettura
che si guida”.
- Come mai la decisione di iscriverti a
Raceday?
“Questa è la prima edizione del Challenge
Raceday alla quale mi iscrivo. La scorsa
stagione ho partecipato solo a due gare, la
Ronde della Val d’Orcia e la Liburna. La Val
d’Orcia quindi l’ho disputata sia con la
neve nella passata edizione, sia con la polvere in questa nuova stagione, due versioni
molto diverse: la neve mi piace, ma può
rendere difficile gestire i tratti rocciosi,
mentre l’asciutto di fine ottobre ha reso la
prova più veloce. Mi sono piaciute entrambe, mi sono divertito e così in questa stagione ho deciso di iscrivermi e cercare di
disputare tutte le gare. Ho saltato la Ronde
Balcone delle Marche per colpa di un’in-
fluenza, un peccato perché è una bella prova, l’avevo già disputata quando avevo partecipato al Rally Adritico e purtroppo salterò la Ronde Valtiberina perché in quel fine
settimana ho un impegno. Devo dire che
questo Challenge offre tanto, una buona
copertura mediatica, cura nell’organizzazione delle singole gare, prove speciali belle, premi interessanti, il tutto combinato
con la formula delle ronde, che richiedono
poco tempo e ti permettono di passare dei
fine settimana di competizione e divertimento con amici e colleghi. Si è proprio un
bel campionato”.
- Qualche avvenimento particolare che
desideri raccontare?
“Ogni gara è un evento in sé, succedono
sempre tante cose, che si vada bene o
meno, per cui è impossibile estrapolare un
avvenimento singolo”.
- Come riesci a gestire la passione per i
rally con il tuo lavoro?
“Non è sempre facile, in effetti. Però ho la
fortuna di lavorare nell’azienda di famiglia,
per cui riesco a ritagliarmi degli spazi per
poter correre, non troppi però altrimenti il
“Capo”, mio padre, potrebbe non essere
contento, anche se da appassionato e pilota capisce la situazione. Adesso sono molto curioso di vedere com’è la Ronde Terra
del Friuli e non mancherò!”.
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