La canna da zucchero, introdotta in Sicilia dagli arabi, pian piano soppiantò il
miele, diventando il dolcificante più utilizzato. Lo zucchero era più vantaggioso
del miele, perché, avendo minor potere anticongelante, consentiva, in abbina-
mento col ghiaccio, di ottenere composti più densi e cremosi. Così, mescolando
la neve dell’Etna, lo zucchero e i profumatissimi limoni coltivati sull’isola, nac-
quero i primi sorbetti della storia, che poi si diffusero in tutta Italia.
Il primo vero gelato
La tappa successiva si svolse alla
corte rinascimentale di Firenze. Se-
condo una leggenda, la famiglia
Medici fece indire un concorso sui
piatti più originali da servire alle
nozze di Caterina de’ Medici con il
Duca d’Orleans, il futuro re Enrico
II di Francia. La gara fu vinta da un
pollivendolo di nome Ruggeri con
una ricetta a base di zucchero, frutta
e acqua raffreddata. Così, alle rega-
li nozze avvenute nel 1533 venne
servito per la prima volta il ghiaccio
all’acqua inzuccherata e profumata
e Ruggeri seguì Caterina in Francia
Anonimo miniatore
francese, manoscritto
di “Regnault de
Montauban”
(1300 - 20), Bibliothèque
de l’Arsenal, Parigi
come suo cuoco personale.
Fu poi un altro toscano il padre del gelato moderno.
Nel 1559, in occasione della festa per l’inau-
gurazione del Forte Belvedere, Cosimo I de’
Medici offrì all’imperatore Carlo V un dessert
realizzato dall’architetto Bernardo Buonta-
lenti: una crema fredda a base di latte, mie-
le, tuorlo d’uovo, un tocco di vino, aromatiz-
zata con bergamotto, limoni e arance.