Presentazione laboratorio "Una stanza per scrivere" LEZIONI DI DRAMMATURGIA | Page 33

IL GENERE La stesura del soggetto, che vi ha permesso di delineare il clima, i personaggi, la vicenda, il tema, il finale, vi dà anche un'altra opportunità: capire il genere della vostra storia. Perché il lavoro che state per scrivere, vi piaccia o no, si inserisce in una tradizione. E la tradizione ci ha consegnato dei generi. Perciò dovete capire che cosa state per scrivere: sarà una commedia o una tragedia? Sarà un giallo? Un dramma realistico? Un racconto surreale? Che cosa sarà? Con questo non voglio dire che sia sbagliato sperimentare qualcosa che esce dalle categorie. Anzi, tanto più si va contro corrente tanto più si ha la possibilità di inventare qualcosa di veramente nuovo. L'innovatore ha il coraggio di rompere anche coi generi. Però è bene non sia uno stupido: per romperli deve conoscerli a fondo. Come possiamo classificare Chiaro di Luna 56 di Pinter? Non è una tragedia, ma nemmeno una commedia, non è un dramma realistico, nemmeno qualcosa di così surreale. È un pezzo "alla Pinter". Come ha ottenuto questo "nuovo genere" Harold Pinter? Mescolando i generi della tradizione. Mescolandoli consapevolmente. Certamente li conosceva, li aveva sperimentati almeno come attore, e questo gli ha permesso di superarli. Stiamo parlando poi del più importante autore teatrale dell'ultimo scorcio del Novecento, l'erede riconosc iuto di Samuel Beckett. Stiamo parlando di un'eccezione. La maggior parte dei testi contemporanei a quelli di Pinter, a parte le imitazioni maldestre del suo modello, sono facilmente collocabili nelle caselle dei generi tradizionali. Dario Fo, premio Nobel per la letteratura come Pinter, ci consegna commedie e monologhi comici. Eduardo De Filippo scrive semplicemente commedie. Vi consiglio perciò di non snobbare questo discorso sui generi, dicendo: io come Pinter, vado oltre. Perché con novantanove probabilità su cento, state scrivendo un'opera di genere senza esserne consapevoli. E questo potrebbe portarvi a fare errori colossali. Partiamo dai due generi più consolidati: la commedia e la tragedia. Per semplificare io le riassumo così: commedia è “tutto bene quel che finisce bene”; “dalla padella nella brace” invece è tragedia. La tragedia quindi non è una commedia che va finire male. Perché non prevede un'alternativa fra una possibilità positiva e una negativa. Il protagonista della tragedia è inevitabilmente destinato alla rovina. Se Amleto non vendicasse il padre tradirebbe se stesso e finirebbe per impazzire; ma quando deciderà di vendicarlo morirà. In una tragedia, qualsiasi scelta 56 Chiaro di Luna (Moonlight, 1993) di Harold Pinter. 33