Portfolio 2018 | Page 99

36 | VITA & ARTI Eco di Biella | GIOVEDÌ 8 NOVEMBRE 2018 ROTARY BIELLA Serata delle Forze Armate I Bersaglieri raccontati da Betti «I Bersaglieri: rassegna del loro ruolo, tra passato e presente”: questo il titolo della relazione il Generale Ennio Betti ha tenuto a Rotary Club Biella in occasione della tradizionale serata delle Forze Armate. Betti, lau- reato oltre che in Scienze Strategiche anche in Archi- tettura con una tesi sulle Piazze d’Armi di Torino, ha ripercorso, con sintesi e con passione, i 182 anni di storia del Corpo dei Bersaglieri, sottolineando come, dalle origini ad oggi, tutta questa storia sia stata con- seguenza dei comportamenti coerenti del valoroso Corpo il cui fondatore fu il biellese Alessandro La- marmora. Una coerenza sempre in sintomia con il decalogo dei Bersaglieri che enuncia i principi ai quali occorre attenersi: Obbedienza, Rispetto, Riconoscenza dell’Arma, Addestramento, Ginnastica, Cameratismo, Sentimenti verso la Famiglia, Onore dal Corpo dello Stato e alla Patria, Fiducia in se stessi fino alla pre- sunzione. «Sono principi ancora attuali - ha detto, tra l’altro, il Generale Ennio Betti -; principi ai quali anche oggi dovremmo ispirarci per una civile convivenza e rispetto reciproco ». Nella foto accanto, gli ospiti della serata con il presidente di Rotary Biella, Franco Borlo: da sinistra, il Capitano Marco Quacquarelli, coman- dante della Compagnia dei Carabinieri di Biella; il Ge- nerale Ennio Betti; il presidente Franco Borlo e il Co- lonnello Pasquale Marotta, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Biella. L’INCONTRO Lo storico Alessandro Barbero fa il pienone al Sociale La Grande Guerra spiegata dal “prof” Documenti, episodi, eroismi, battute, luci ed ombre: il centenario della vittoria di Vittorio Veneto I l sesto ciclo dei “Dialoghi con la modernità” ha avuto inizio il 5 novembre con la lectio magistralis di Alessandro Barbero, docente di Storia me- dievale all’Università del Pie- monte orientale, diventato ormai famoso e acclamato come una star. Lo ha confermato il pienone del Teatro Sociale, affollato da un pubblico attento e determinato a seguirlo con la stessa passione che lo studioso ha dimostrato sul pal- co. Tema della serata il centenario della vittoria di Vittorio Veneto, tra luci e ombre. Con la sua aria da eterno fanciullo, Barbero ha sa- puto ancora una volta incantare con una trattazione giocata su do- cumenti, episodi, eroismi, ma an- che con battute sdrammatizzanti, considerazioni cronachistiche, giudizi aperti sulla storia di un’I- talia che dalla Prima guerra mon- diale uscì con le ossa rotte, in u n’Europa che si era scannata fi- no allo spasimo, lasciando sul campo milioni di morti. Il monologo. «Vittorio Veneto è l’altra faccia di una guerra che inizia nell’ottobre 1917 con l’at - tacco tedesco e austriaco a Ca- poretto. Eravamo un Paese so- speso tra modernità e arretra- tezza, alle prese con l’avanza - tissimo esercito tedesco e con quello austriaco, anch’esso me- diocre. Abbiamo vinto su ne- mici stravolti e affamati, com- battendo a piedi per 150 km, dopo aver maturato l’idea che forse quella guerra non fosse co- sì folle e insensata. Gli umori erano mutati, la propaganda motivava i soldati ma soprat- tutto erano entrati in guerra gli Alleati, con un sostegno formi- dabile di 11 divisioni francesi e inglesi, un numero impressio- nante di uomini e armi. Si scri- veva all’epoca: “La fanteria ita- liana è incredibile, ma è male addestrata e a corto di muni- zioni”. Dopo Caporetto abbia- mo imparato anche a fare la guerra: mandato via Cadorna, tocca a Diaz guidare un esercito che rimane fermo fino a prima- vera, senza grandi battaglie, mentre gli austriaci provano a sfondare con l’Operazione Ra- detsky». La resistenza sul Piave si tra- sforma il 15 giugno 1918: «Di- luvia, i ponti sul fiume vengono spazzati via, sull’acqua galleg- gia un numero altissimo di mor- ti» racconta il professor Barbe- ro, che come ogni ottimo in- segnante sa toccare tutte le cor- de per rendere vivo il racconto di quei giorni feroci. «Nasce la “leggenda del Piave”, una straordinaria mistificazione creata in quel momento e cul- minata con la canzone dal pa- roliere E. A. Mario, in effetti un ragioniere napoletano di nome Gaeta che si professava repub- blicano». L’intervento degli Stati Uniti cessazione delle armi, la posta in gioco è politica: vogliamo il Brennero e Trieste, avremo an- che Bolzano». La lezione si è impreziosita di un episodio di eroismo che la Storia attuale fa passare in se- condo piano: riguarda la “Vi - ribus unitis”, la corazzata della Marina austriaca che nel porto di Pola venne fatta esplodere, rischiando la pelle, da due ita- liani. «I soldati non lo sapevano, ma il giorno prima era stata ce- duta dall’Austria alla novella Jugoslavia; con grande gioia dei politici italiani che avrebbero voluto diventare loro i capi dei popoli slavi e vedevano di buon occhio che una nave tanto im- portante fosse stata affondata». IL SOCIALE Il teatro cittadino gremito in ogni ordine di posto per Barbero (a destra) cambia le sorti della guerra. «Le offensive tedesche contro la Francia, con perdite spavento- se, non sortiscono l’effetto spe- rato e l’attacco degli Alleati de- termina la ritirata dei tedeschi» sottolinea Barbero. «A settem- bre le cose precipitano, tutto muta tranne il nostro esercito che non attacca. I politici a Ro- ma tremano, tempestano Diaz perché si muova. Dice il mini- stro Orlando: “Tra l’inazione e la sconfitta preferisco la scon- fitta”. Solo a fine mese Diaz studia il piano per l’o f f e n s iva , quando ormai l’Austria sta crol- lando da sola, l’Impero multiet- nico si sta decomponendo. Il 14 ottobre gli austriaci chiedono l’armistizio, ma noi dobbiamo poterci presentare al tavolo del- la pace con una vittoria in ma- no. Per cui Diaz non accetta la IL LIBRO Domani sera la presentazione nella sede degli alpini col tenente colonnello Renna Il primo conflitto mondiale: racconto in cento immagini Verso la conclusione delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra, lo Stato Maggiore della Difesa e l’Ana sezione di Biella propongono domani, venerdì, alle ore 21, presso la sede degli alpini di via Ferruccio Nazionale 5, la presentazione del volume fo- tografico “Grande Guerra, un racconto in cen- to immagini” (accanto la copertina). Le battaglie, i protagonisti e i molteplici aspetti sociali, politici, economici e culturali che han- no contraddistinto la prima guerra mondiale per l’Italia vengono svelati dal libro con i dram- mi del conflitto a cui partecipò anche l’Italia dal 1915 al 1918. Il volume raccoglie le te- stimonianze delle battaglie, dei protagonisti più conosciuti come quelli rimasti anonimi; ma anche cartoline, ritagli e curiosità: la pro- paganda, i prestiti di guerra, i cappellani mi- litari, i giornali di trincea. Un libro che oltre a fissare gli eventi tragici del conflitto (i morti, gli invalidi, i prigionieri, le città in rovina) tratteggia anche gli aspetti so- ciali, politici e culturali del nostro Paese. Le fotografie, in gran parte provenienti dagli ar- chivi delle Forze armate, sono accompagnate dai testi curati da storici, ricercatori, giornalisti e ufficiali appassionati di storia, tra cui Ales- sandro Barbero e Gianni Oliva. La prefazione è del generale alpino Claudio Graziano, già Capo di Stato Maggiore della Difesa. Relatore sarà il tenente colonnello Mario Renna. La serata si è chiusa con do- mande su fucilazioni e diserzio- ni, su Società delle Nazioni e i ragazzi del ‘99; ma soprattutto con tanti e meritatissimi applau- si a Barbero e con la frase rias- suntiva di Prezzolini: “Parados - salmente, Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l’Italia. Senza pa- radossi si può dire che Capo- retto ci ha fatto bene e Vittorio Veneto del male; che Caporetto ci ha innalzati e Vittorio Veneto ci ha abbassati, perché ci si fa grandi resistendo ad una sven- tura ed espiando le proprie col- pe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere”. Il prossimo appuntamento con i “Dialoghi” a cura della Camera del lavoro non sarà il 26 no- vembre, per indisposizione di Luigi Manconi che tornerà a marzo, ma il 3 dicembre con il professor Francesco Devicienti alla Camera del lavoro di Biel- la. l Mariella Debernardi RESIDENZA D’ARTISTA Dodici artisti da tutta Italia, da sabato, parteciperanno a una “academy” dedicata a Celentano Cittadellarte ospita “La leggenda del Molleggiato” Adriano Celentano, una icona vivente. Non sor- prende che siano state più di cento le candidature ar- rivate come risposta alla chiamata di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, per la selezione di dodici gio- vani artisti, tra musicisti e producer di tutta Italia, che andranno a rendere omag- gio al Molleggiato. Una residenza d’ar tista, “La leggenda del Molleg- giato”, unica nel suo ge- nere, quella proposta, che consisterà in un laboratorio di approfondimento cultu- rale e musicale con alcune tra le più prestigiose per- sonalità del settore: tra que- ste, i giornalisti e critici musicali Gino Castaldo e Damir Ivic; il dj, pro- duttore e conduttore ra- diofonico Raffaele Costan- tino. La residenza, da sa- bato al 17 novembre, avrà tre location: le Cave di Moleto (Alessandria), Fon- dazione Pistoletto (Biella) e Fuoriluogo (Asti). I dodici: Davide Sciortino, Riccardo Sala, Francesco Zaniboni, Andrea Gamba, Dario Bassolino, Dome- nico Sanna, Nicolò Ma- setto, Simone Coppiello, Sebastian Loyola, Nicolò Bottasso, Emma Lecchi e Micol Touadi. l G.B. L’INIZIATIVA A Cittadellarte sette professionisti stasera a disposizione Esperti a “tu per tu” all’Accademia verde Sette esperti, a disposizione del pubblico per mi- ni-incontri individuali di sette minuti l’uno, stasera nella Sale Auliche di Cittadel- larte dalle 18.30 alle 20. L’ini - ziativa si chiama ‘A tu x tu’ ed è proposta da Accademia Verde, il programma di formazione di Let Eat Bi - rete di realtà locali legate all’agricoltura sostenibile promossa da Cittadellarte pre- sieduta da Armona Pistoletto (nella foto) - per incentivare la tradizione enogastronomica lo- cale e la condivisione dei saperi. Ecco gli esperti che si potranno incontrare ‘a tu per tu’ e gli argomenti trattati: Gigi Manenti: agricoltura ecocompatibile; Fabio Porta: silvoterapia e erbe medicinali; Andrea Po- lidori: alberi ornamentali; Gianni Moggio: viticoltura biologica; Alfredo Sunder: or- to sul balcone; Francesca Fa- varo: Terre abbanDonate, piat- taforma per favorire l’incontro tra i proprietari di terreni in- colti e coloro che vorrebbero coltivarli; Marco Maffeo: va- rietà locali di frutta e potature nel rispetto dell’albero. Info: [email protected], Facebook: Leteatbi; in- gresso gratuito. l S.P.