LUNEDÌ 5 NOVEMBRE 2018
VITA & ARTI | 47
| Eco di Biella
ANNIVERSARIO Giovedì, prima proiezione
VideoAstolfoSullaLuna,
i suoi “20” con i suoi film
VideoAstolfoSullaLuna compie vent’anni. Li
festeggia con un ricco programma, che sarà
presentato oggi - lunedì 5 novembre - nella Sala
Conferenze del Centro “Mente Locale” in via
Gramsci 29 a Biella, alle ore 18. Eccolo in sin-
tesi: giovedì - 8 novembre - alle ore 21, al Mu-
seo del Territorio Biellese, “La montagna den-
tro di noi”, su abitanti, comunità e cultura delle
terre alte nei film prodotti da VideoAstolfoSul-
laLuna; giovedì 15 novembre, alle ore 21.30,
all’Auditorium Sella Lab di Biella, “Biella
Rugby: una squadra da serie A”, proiezione del
film “Un gioco di squadra - 40 anni di Biella
Ru g b y ” di Beppe Anderi e Maurizio Pellegrini;
martedì 20 novembre, ore 21, al Cinema “Ve r -
di” di Candelo, proiezione del film “Il Patto
della Montagna” di Manuele Cecconello e
Maurizio Pellegrini; giovedì 22 novembre, ore
21, al Museo del Territorio, “Il grande Gua-
lino”, proiezione del film “Sulle tracce di Ric-
cardo Gualino” di Beppe Anderi; infine, gio-
vedì 29 novembre, ore 21, sempre al Museo
“Perché il calcio non parla più italiano?”,
proiezione del film “Vittorio Pozzo, quando il
calcio parlava italiano” di Beppe Anderi.
PRESENTAZIONE LETTERARIA Sabato
“L’alleluja di Susanna”
Si intitola “L’alleluja di Susanna” il libro di
Enrico Rufi che lo stesso autore presenterà sa-
bato, 10 novembre, al teatro parrocchiale di
Vergnasco, alle ore 21. All’incontro, organiz-
zato dall’Associazione Piccolo Fiore” con Do-
mus Laetitiae, Caritas Biella e Comune di Cer-
rione, parteciperà padre Abdo Raad.
PERSONE Le foto di Rivetti
Nell’Asia
profonda
degli anni ‘60
C
’è tutto il fascino di
un mondo ormai
scomparso, o co-
munque
profondamente
cambiato, nelle foto con cui
Renato Rivetti, appassionato
viaggiatore e fotografo, do-
cumentò i suoi numerosi
viaggi nel cuore dell’Asia du-
rante gli anni Sessanta. Im-
magini custodite - dopo la
morte dell’autore nel 2011 -
dall’amica Jose Mombellardi
e poi donate alla Fondazione
Sella, che martedì scorso ne
ha presentato al pubblico una
ricca selezione.
La proiezione è stata in-
trodotta da Ugo Mosca - che
ha ricostruito la figura poco
nota di Renato Rivetti - e
accompagnata dal commento
di Armando Cartiglia - or-
ganizzatore di viaggi e gran-
de conoscitore dei luoghi nar-
rati dal fotografo, che è riu-
scito a dare una collocazione
geografica a tutte le immagini
- e di Sergio Ramella, ex
presidente del Fotoclub di
Te s t i m o n i a n ze
di un mondo
perduto. Cresce
l’archivio di me-
morie della Sella
Biella, che ha arricchito la
presentazione di notazioni
t e c n i c h e.
Un percorso emozionante,
per il numeroso pubblico pre-
sente. Un viaggio nello spa-
zio, attraverso l’Asia profon-
da, perché Renato Rivetti
prediligeva mete lontane, al
di fuori dei circuiti turistici di
massa. Ma soprattutto un
viaggio a ritroso nel tempo,
catapultati in realtà che, a
distanza di soli cinquant’an-
ni, sembrano appartenere ad
u n’altra epoca storica.
Ecco così le immagini del-
l’Unione Sovietica, con il
Cremlino e i parchi a quel
tempo deserti, i soldati del-
l’Armata Rossa, le giganto-
grafie di Lenin e Marx sullo
sfondo. E l’allora repubblica
sovietica
dell’Uzbekistan,
con i suoi splendidi minareti,
souk, madrasse, moschee, ne-
cropoli, e con l’antichissima
città di Samarcanda. E poi la
Mongolia, con villaggi, cam-
melli, famiglie e bambini da-
vanti alle yurte - le tipiche
tende delle popolazioni no-
madi asiatiche - e un im-
portante festival di arcieri che
gareggiano con il caratteri-
stico arco mongolo: un even-
to che si ripete ancora oggi,
senonché quel semplice prato
in aperta campagna è ora
sostituito da moderne strut-
ture in cemento. Così come il
tempo ha lasciato il segno
anche sul Karakorum, la ca-
tena montuosa dell’H i m a l aya
dove le valli verdeggianti im-
mortalate cinquant’anni fa
hanno oggi lasciato il posto a
terre aride e desertiche.
E quello di Rivetti è forse uno
dei primi sguardi di un turista
europeo odierno sulla Cina:
c’è Piazza Tienanmen vuota,
le strade di Pechino percorse
da manifestazioni di partito,
passeggini, carretti, ma senza
auto. E poi la Grande Mu-
raglia senza turisti, il porto di
Hong Kong solcato da barche
a vela, le placide prospettive
del Bund di Shanghai, le
tenere immagini dei bimbi
delle scuole.
Infine, l’obiettivo di Rivetti ci
porta attraverso il Pakistan,
tra moschee, rovine, loco-
motive a vapore e bimotori
ad elica, fino ad un Af-
ghanistan che nessuno vedrà
più: non si vedranno più i
mercati, le bancarelle che
vendono cibo, gli incantatori
di cobra, i tornei a cavallo, la
strada che risale la splendida
vallata dei sette laghi. Ma
ASIA ANNI ’60 Alcune foto di Renato Rivetti (a lato) per gen-
tile concessione della Fondazione Sella. Dall’alto, in senso
orario, Cina, 1967: bambini a scuola; veduta del Bund di
Shangai, con il fiume solcato dalle barche a vela; Pakistan, anni
’60: passaggio a livello ‘m a n u a l e’; Afghanistan, anni ’60: una
delle statue dei Budda della valle di Bamyan, distrutte dai tale-
bani nel 2001 e turisti e popolazione locale si scrutano
soprattutto non si vedranno
più le due grandi statue dei
Buddha della valle di Ba-
miyan, le statue più alte del
mondo, risalenti al terzo se-
colo dopo Cristo, distrutte nel
2001 dalla follia dei tale-
bani.
Immagini dunque di grande
valore documentale, quelle di
Renato Rivetti, ma soprat-
tutto belle, delicate, a volte
struggenti, capaci di cogliere
in un attimo fuggente il senso
profondo del luogo. Ma an-
che uno sguardo disincantato
e antiretorico, con un tocco di
autoironia.
CHI ERA Fra gli eredi della grande dinastia di imprenditori con la passione per foto e turismo
Renato Rivetti, ironico grande viaggiatore
Difficile orientarsi nella complicata galassia Ri-
vetti, e ancor più mettere a fuoco la figura di
Renato, rimasto deliberatamente defilato all’in -
terno dell’impero familiare: lo ha fatto Ugo
Mosca, appassionato studioso e autore di nu-
merosi testi di storia locale, di cui l’ultimo è in
gran parte dedicato proprio a questa importante
dinastia industriale.
Ecco un brano tratto da “Biella nel ‘900”,
editore Botalla, 2016, di Ugo Mosca. “Nato nel
1929 nella grande villa di via Malta, ultimo dei
tre figli di Guido Alberto Rivetti (a sua volta
figlio di Quintino e nipote del capostipite Giu-
seppe), Renato studia economia e commercio,
probabilmente spinto dal padre, ma rivela una
spiccata propensione per gli studi umanistici e
storici, oltre ad un forte senso dell’ironia che gli
consente di guardare con distacco al mondo che
lo circonda. Non si sottrae ai doveri di famiglia,
seguendo il padre nella gestione delle sue azien-
de - in particolare è presidente della Dhj italiana
di Pero - ma la sua grande passione sono i viaggi.
Viaggia verso mete lontane e - soprattutto a quei
tempi - insolite, con i primi tour operators del-
l’epoca, facendosi apprezzare per le sue doti di
cortesia e sensibilità. Tanto che, quando negli
???
anni Settanta l’impero Rivetti si sgretola, gli
viene proposto di lavorare come tour leader per
gli operatori ‘Va c a n z e ’ e ‘Grandi Viaggi’, e può
così continuare a coltivare la sua passione di
viaggiatore e fotografo. Ancora molti anni dopo
– ha rivelato il compagno di viaggi Armando
Cartiglia - mi è capitato di incontrare viaggiatori
che lo ricordavano con affetto come attento e
premuroso accompagnatore”.
l S.P.
Un patrimonio recuperato
dall’oblio e dal degrado:
«Erano tutte diapositive - rac-
conta Andrea Pivotto, che ne
ha curato il restauro - per cui
è stato necessario rimuoverle
dai telaietti e ripulirle da
polvere e impurità. Alcune
avevano poi subito una al-
terazione cromatica, per cui
siamo intervenuti per recu-
perare i colori originali».
Ora, il fondo fotografico an-
drà ad arricchire il ricco ar-
chivio della Fondazione Sella
che, come ha ricordato An-
gelica Sella aprendo la serata,
«ha tra i suoi scopi proprio
quello di raccogliere, custo-
dire e valorizzare le memorie
del territorio che ci vengono
affidate».
Così, attorno al nucleo ori-
ginale dell’Istituto di Foto-
grafia Alpina di Vittorio Sel-
la, l’archivio della Fonda-
zione sta crescendo, attra-
verso l’acquisizione di fondi
di studi fotografici storici e le
donazioni di raccolte private.
Con un progetto affascinante:
rendere fruibile questo gran-
de patrimonio realizzando,
negli spazi dell’ex Lanificio
Sella, un “museo della fo-
tog rafia”, centrato sul tema
fondante della montagna e
sulla memoria storica del ter-
r i t o r i o.
l Simona Perolo