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Eco di Biella | LUNEDÌ 29 OTTOBRE 2018
PROVINCIA
MEZZANA Visitabile fino al 4 novembre
Una mostra fotografica
per 63 partecipanti
MEZZANA Sabato, alla presenza di un di-
screto e qualificato pubblico, ha aperto i
battenti, al cine-teatro ‘’A n ge l u s ’’ del paese,
l’interessante mostra relativa alle opere che
hanno preso parte al riuscito concorso fo-
tografico, a tema libero, denominato: ‘’Pa r-
rocchia di Mezzana’’, giunto all’ottava edi-
zione, svoltosi sotto l’egida della Parroc-
chia. Prima di allora, però, va fatto rilevare
che il concorso si era già svolto per ben 11
edizioni, che era stato organizzato dalla Pro
Loco del paese, quindi, nel complesso, sono
19 anni. Quest’anno, i partecipanti sono
stati 63, tre in più rispetto alla scorsa edi-
zione. La mostra fotografica resterà ancora
aperta: dopo sabato e ieri, anche giovedì 1°,
sabato 3 e domenica 4 novembre, dalle 15
alle 19. E, alle 17 di domenica 4 novembre,
avrà luogo l’attesa premiazione. In palio,
infatti, ci sono diversi buoni acquisto, spen-
dibili presso alcuni fotografi convenzionati
e, durante i giorni di apertura, il pubblico
potrà votare la foto di suo gradimento, che,
alla fine, riceverà uno specifico premio.
Info: www.mezzanafotoconcorso.it
BURCINA Una squadra di operai forestali è finalmente arrivata e i risultati si vedono
Grandi pulizie nella conca dei rododendri
Ramella: «E ora l’area mediterranea». Ma per mantenere le piante nel tempo serve personale stabile
POLLONE Lavori in corso alla
Burcina, e si tratta di lavori im-
portanti: proprio nel cuore del
parco, una squadra di operai fo-
restali è all’opera da due setti-
mane e sta portando avanti ra-
pidamente un lavoro di ripuli-
tura straordinaria di cui c’era ur-
gente bisogno.
Scendendo lungo il sentiero che
si addentra nella conca, ci si im-
merge in una vera e propria fo-
resta di rododendri, con esem-
plari ultracentenari, che raggiun-
gono anche i 10-15 metri di al-
tezza. Qui, quattro operatori
specializzati stanno rimettendo
ordine in quella che negli anni è
diventata una giungla inestrica-
bile: «Per prima cosa - spiegano -
stiamo togliendo il secco, cioè
questi rami vecchi alla base delle
piante. Ce n’è tanto, perché sa-
ranno almeno 15 anni che non si
fa manutenzione in questa zona.
Così ogni pianta può respirare,
ha più spazio e si riesce a passarci
sotto. Poi eliminiamo i rovi, che
stanno soffocando tutto, e toglia-
mo anche i selvatici, che sono
stati individuati e contrassegnati
durante il censimento dello scor-
so anno: si tratta dei ricacci delle
piante madri, che sono più re-
sistenti dell’innesto e, se si la-
sciano venire su, prendono il so-
pravvento sulle altre piante, fa-
cendole deperire»
«Dopo aver tagliato, cippiamo:
gli sfalci non vengono portati via
ma finiscono in questa macchina
cingolata che può arrivare dap-
pertutto, anche quaggiù nella
conca. La cippatrice li riduce in
piccole scaglie di legno, che poi
vengono direttamente sparse sul
terreno e servono a proteggere le
radici. Perché negli ultimi anni i
cambiamenti climatici, con que-
sto clima caldo e secco, stanno
mettendo a rischio la sopravvi-
venza dei rododendri, e il cip-
pato serve da pacciamatura, che
mantiene temperatura e umidi-
tà».
Non è la prima volta che questa
squadra opera in Burcina: da al-
cuni anni interviene per lavori di
manutenzione di vario genere,
dal ripristino dei sentieri al ri-
facimento di staccionate e mu-
retti. Ma lo scorso inverno ha
iniziato a ripulire la conca, nella
parte in cui è stata ripristinata la
balconata, e ora il lavoro pro-
segue laddove non si era riusciti
ad arrivare, ossia verso l’ing resso
dei Galinit. Ma non ci si fermerà
qui, come spiega Alessandro Ra-
mella Pralungo, consigliere del-
l’Ente di gestione: «Terminata la
conca, affronteremo l’area me-
diterranea, che vogliamo valo-
rizzare con un sentiero che con-
senta di passeggiare tra le piante.
Ma prima di tutto bisogna pulire,
perché qui sono anni che non si
fa manutenzione, e le piante non
si vedono nemmeno più».
L’arrivo di questa squadra era
atteso da tempo, e non per nulla:
«E’ un lavoro delicato - continua
GLI OPERAI AL LAVORO
LA SQUADRA Gli operai in una zona ancora da ripulire e
in una zona ripulita. In basso, la cippatrice utilizzata diret-
tamente nella conca: le parti sminuzzate vengono impie-
gate immediatamente per dare protezione alle radici
delle piante
Ramella - che non si può affidare
ad una qualsiasi ditta esterna,
ma va fatto da operai specializ-
zati. Bisogna sapere cosa tagliare
e come tagliare, e loro, avendo
già lavorato qui lo scorso anno,
sono ormai perfettamente for-
mati. E poi occorre osservare tut-
te le norme di sicurezza, e loro
sono tutti patentati e certificati,
quindi sono nella condizione di
poter lavorare in un’area delicata
come la conca».
Ma allora, se questo intervento è
così prezioso e necessario, per-
ché è stato così difficile ottener-
lo? Non si possono programma-
re operazioni più frequenti? La
risposta la fornisce Cinzia Pic-
cioni, direttrice dei lavori delle
squadre forestali per la Valsesia e
parte del Biellese: «Purtroppo le
nostre risorse sono poche: al mo-
mento, ho solo 5 squadre, di cui
In tre mesi sono 40mila
i visitatori contati, però...
POLLONE Mai stata tanto affollata,
la Burcina: non solo dai biellesi
che, da quando è tornata al suo
splendore, sembrano averla risco-
perta, ma anche dai visitatori ve-
nuti da fuori. A certificarlo è l’ap -
parecchio conta-ingressi, installato
il 18 luglio scorso all’entrata prin-
cipale del parco, che consente di
misurare con precisione il numero
di visitatori in entrata e di con-
trollarne l’andamento nel tempo.
Nei primi tre mesi di monitoraggio,
sono stati registrati 40mila ingressi,
a cui vanno aggiunti quelli - al mo-
mento non misurabili - dalle en-
trate secondarie dei Galinit e del
Favaro. Numeri importanti, che
rendono più che mai urgente, per il
territorio, attrezzarsi per garantire
una adeguata manutenzione e su-
perare l’attuale situazione di alea-
torietà.
Il commento. «Dietro questo risul-
tato - commenta il consigliere del-
l’Ente Alessandro Ramella Pralun-
go - c’è tanto, tanto lavoro. Abbiamo
fatto i salti mortali per rimettere a
posto il parco con le poche risorse a
disposizione utilizzando il fondo
straordinario di 50mila euro otte-
nuto dal consigliere regionale Vit-
torio Barazzotto e partecipando ai
bandi della Fondazione Crb, che
comunque non hanno superato i
20mila euro. Ora sono finalmente
arrivati gli operai forestali a darci
una boccata di ossigeno. Ma poi?
siamo rimasti con un solo operaio,
che tra poco andrà in pensione, e
senza soldi. E basta poco per va-
nificare tutto il lavoro fatto. È pos-
sibile che il territorio investa così
poco su un parco che fa questi nu-
meri di visitatori?».
l S.P.
solo questa opera nel Biellese e
deve occuparsi della manuten-
zione di Valle Elvo, valle Oropa,
parte della Valle Cervo, oltre alla
proprietà regionale in Valsesse-
ra. Ci dobbiamo occupare della
manutenzione delle aree verdi,
ma anche di piste e sentieri, ta-
glio della vegetazione nei boschi
e negli alvei… sono tanti gli am-
biti di intervento, dobbiamo si-
stemare tante cose che spesso
dall’esterno non si vedono: ad
esempio l’anno scorso abbiamo
fatto tutte le piste tagliafuoco
della Serra, un lavoro che nor-
malmente facciamo in inverno
per evitare gli incendi. Insomma,
non è semplice, perché ogni zona
ha le sue esigenze, le sue tem-
pistiche, le sue emergenze, che
spesso si accavallano, e la scelta
delle priorità dipende anche dal-
le direttive che ci dà la Regione
circa i luoghi su cui interveni-
re».
Verso una fondazione
per valorizzare la Burcina
POLLONE L’idea di tornare ad una
forma di governance locale per la
Burcina è sul campo da tempo, ma
ora sembra davvero sul punto di
concretizzarsi. Infatti, con una de-
libera del luglio scorso, l’Ente di
gestione del Ticino e Lago Mag-
giore, che amministra il parco in-
sieme ad altre 13 aree protette, ha
lanciato la proposta: la Burcina re-
sterebbe all’interno dell’attuale En-
te, per la gestione di base, mentre il
territorio potrebbe dar vita ad una
istituzione ad hoc. Lo strumento
sarà probabilmente quello di una
fondazione che, mettendo in rete
enti locali, privati e associazioni,
possa reperire risorse aggiuntive -
finanziamenti pubblici, sponsoriz-
zazioni, donazioni private - e ge-
stirle per interventi di miglioramen-
to, attività culturali e scientifiche,
promozione turistica.
Il Comune di Biella, principale
proprietario della Burcina, discu-
terà proprio stasera la proposta: «Si
tratta - dichiara Valeria Varnero,
assessora a Parchi e Giardini - di un
importante punto di svolta nel go-
verno del Parco: una “gover nance
dedicata” consentirà di aprirsi a
collaborazioni con privati, associa-
zioni, cittadini che hanno a cuore
questo patrimonio botanico e che
potranno partecipare alla sua con-
servazione e divulgazione in modo
consapevole e fattivo».
Reazioni positive anche da parte
del comune di Pollone, compro-
prietario dell’area: «Siamo convinti
- afferma il sindaco Vincenzo Fer-
raris - che questa sia la strada giusta:
ho già portato la proposta in giunta
e ora si tratta solo di verificarne gli
aspetti formali».
l S.P.
Il lavoro, in fondo alla conca,
sul terreno ripidissimo invaso
dai rovi, è davvero duro, ed è il
momento di una pausa. Risa-
liamo con gli operai, che ci of-
frono un caffè nel casotto adi-
bito a deposito di attrezzi, men-
tre la responsabile continua a
raccontare i retroscena di un la-
voro poco noto ma prezioso per
il territorio. «Facciamo quello
che possiamo, con le risorse che
abbiamo, ma anche noi avrem-
mo bisogno di personale: con i
pensionamenti non rimpiazza-
ti, abbiamo perso una intera
squadra e oltretutto, con l’a b o-
lizione del corpo forestale, tante
incombenze sono ricadute su di
noi. Quindi, qui in Burcina noi
cerchiamo di fare, nel periodo
invernale, una pulizia straordi-
naria come questa: facciamo i
lavori più pesanti, impegnativi,
ma poi il risultato bisogna man-
tenerlo e per questo è necessario
avere personale stabile, che curi
la manutenzione ordinaria. La
Burcina è uno dei parchi più
belli e frequentati del territorio,
è evidente che, per mantenerlo
in condizioni ottimali, ha biso-
gno di risorse. E quindi le isti-
tuzioni devono decidere: o ab-
bandonano i parchi o devono
decidersi ad assumere del per-
sonale».
Gli operai riprendono il lavoro,
osservano la conca con soddi-
sfazione ma anche con qualche
rammarico: «Certo, dove inter-
veniamo, il risultato si vede. Pe-
rò quello che riusciamo a fare è
solo una prima sgrossatura, per
fare il lavoro di fino dovremmo
dedicare una giornata per ogni
pianta… C’è tanto da fare, bi-
sognerebbe intervenire più spes-
so, se si lascia un giardino ab-
bandonato per anni, poi recu-
perare è difficile...».
l Simona Perolo