Portfolio 2018 | Page 94

20 | Eco di Biella | LUNEDÌ 29 OTTOBRE 2018 PROVINCIA MEZZANA Visitabile fino al 4 novembre Una mostra fotografica per 63 partecipanti MEZZANA Sabato, alla presenza di un di- screto e qualificato pubblico, ha aperto i battenti, al cine-teatro ‘’A n ge l u s ’’ del paese, l’interessante mostra relativa alle opere che hanno preso parte al riuscito concorso fo- tografico, a tema libero, denominato: ‘’Pa r- rocchia di Mezzana’’, giunto all’ottava edi- zione, svoltosi sotto l’egida della Parroc- chia. Prima di allora, però, va fatto rilevare che il concorso si era già svolto per ben 11 edizioni, che era stato organizzato dalla Pro Loco del paese, quindi, nel complesso, sono 19 anni. Quest’anno, i partecipanti sono stati 63, tre in più rispetto alla scorsa edi- zione. La mostra fotografica resterà ancora aperta: dopo sabato e ieri, anche giovedì 1°, sabato 3 e domenica 4 novembre, dalle 15 alle 19. E, alle 17 di domenica 4 novembre, avrà luogo l’attesa premiazione. In palio, infatti, ci sono diversi buoni acquisto, spen- dibili presso alcuni fotografi convenzionati e, durante i giorni di apertura, il pubblico potrà votare la foto di suo gradimento, che, alla fine, riceverà uno specifico premio. Info: www.mezzanafotoconcorso.it BURCINA Una squadra di operai forestali è finalmente arrivata e i risultati si vedono Grandi pulizie nella conca dei rododendri Ramella: «E ora l’area mediterranea». Ma per mantenere le piante nel tempo serve personale stabile POLLONE Lavori in corso alla Burcina, e si tratta di lavori im- portanti: proprio nel cuore del parco, una squadra di operai fo- restali è all’opera da due setti- mane e sta portando avanti ra- pidamente un lavoro di ripuli- tura straordinaria di cui c’era ur- gente bisogno. Scendendo lungo il sentiero che si addentra nella conca, ci si im- merge in una vera e propria fo- resta di rododendri, con esem- plari ultracentenari, che raggiun- gono anche i 10-15 metri di al- tezza. Qui, quattro operatori specializzati stanno rimettendo ordine in quella che negli anni è diventata una giungla inestrica- bile: «Per prima cosa - spiegano - stiamo togliendo il secco, cioè questi rami vecchi alla base delle piante. Ce n’è tanto, perché sa- ranno almeno 15 anni che non si fa manutenzione in questa zona. Così ogni pianta può respirare, ha più spazio e si riesce a passarci sotto. Poi eliminiamo i rovi, che stanno soffocando tutto, e toglia- mo anche i selvatici, che sono stati individuati e contrassegnati durante il censimento dello scor- so anno: si tratta dei ricacci delle piante madri, che sono più re- sistenti dell’innesto e, se si la- sciano venire su, prendono il so- pravvento sulle altre piante, fa- cendole deperire» «Dopo aver tagliato, cippiamo: gli sfalci non vengono portati via ma finiscono in questa macchina cingolata che può arrivare dap- pertutto, anche quaggiù nella conca. La cippatrice li riduce in piccole scaglie di legno, che poi vengono direttamente sparse sul terreno e servono a proteggere le radici. Perché negli ultimi anni i cambiamenti climatici, con que- sto clima caldo e secco, stanno mettendo a rischio la sopravvi- venza dei rododendri, e il cip- pato serve da pacciamatura, che mantiene temperatura e umidi- tà». Non è la prima volta che questa squadra opera in Burcina: da al- cuni anni interviene per lavori di manutenzione di vario genere, dal ripristino dei sentieri al ri- facimento di staccionate e mu- retti. Ma lo scorso inverno ha iniziato a ripulire la conca, nella parte in cui è stata ripristinata la balconata, e ora il lavoro pro- segue laddove non si era riusciti ad arrivare, ossia verso l’ing resso dei Galinit. Ma non ci si fermerà qui, come spiega Alessandro Ra- mella Pralungo, consigliere del- l’Ente di gestione: «Terminata la conca, affronteremo l’area me- diterranea, che vogliamo valo- rizzare con un sentiero che con- senta di passeggiare tra le piante. Ma prima di tutto bisogna pulire, perché qui sono anni che non si fa manutenzione, e le piante non si vedono nemmeno più». L’arrivo di questa squadra era atteso da tempo, e non per nulla: «E’ un lavoro delicato - continua GLI OPERAI AL LAVORO LA SQUADRA Gli operai in una zona ancora da ripulire e in una zona ripulita. In basso, la cippatrice utilizzata diret- tamente nella conca: le parti sminuzzate vengono impie- gate immediatamente per dare protezione alle radici delle piante Ramella - che non si può affidare ad una qualsiasi ditta esterna, ma va fatto da operai specializ- zati. Bisogna sapere cosa tagliare e come tagliare, e loro, avendo già lavorato qui lo scorso anno, sono ormai perfettamente for- mati. E poi occorre osservare tut- te le norme di sicurezza, e loro sono tutti patentati e certificati, quindi sono nella condizione di poter lavorare in un’area delicata come la conca». Ma allora, se questo intervento è così prezioso e necessario, per- ché è stato così difficile ottener- lo? Non si possono programma- re operazioni più frequenti? La risposta la fornisce Cinzia Pic- cioni, direttrice dei lavori delle squadre forestali per la Valsesia e parte del Biellese: «Purtroppo le nostre risorse sono poche: al mo- mento, ho solo 5 squadre, di cui In tre mesi sono 40mila i visitatori contati, però... POLLONE Mai stata tanto affollata, la Burcina: non solo dai biellesi che, da quando è tornata al suo splendore, sembrano averla risco- perta, ma anche dai visitatori ve- nuti da fuori. A certificarlo è l’ap - parecchio conta-ingressi, installato il 18 luglio scorso all’entrata prin- cipale del parco, che consente di misurare con precisione il numero di visitatori in entrata e di con- trollarne l’andamento nel tempo. Nei primi tre mesi di monitoraggio, sono stati registrati 40mila ingressi, a cui vanno aggiunti quelli - al mo- mento non misurabili - dalle en- trate secondarie dei Galinit e del Favaro. Numeri importanti, che rendono più che mai urgente, per il territorio, attrezzarsi per garantire una adeguata manutenzione e su- perare l’attuale situazione di alea- torietà. Il commento. «Dietro questo risul- tato - commenta il consigliere del- l’Ente Alessandro Ramella Pralun- go - c’è tanto, tanto lavoro. Abbiamo fatto i salti mortali per rimettere a posto il parco con le poche risorse a disposizione utilizzando il fondo straordinario di 50mila euro otte- nuto dal consigliere regionale Vit- torio Barazzotto e partecipando ai bandi della Fondazione Crb, che comunque non hanno superato i 20mila euro. Ora sono finalmente arrivati gli operai forestali a darci una boccata di ossigeno. Ma poi? siamo rimasti con un solo operaio, che tra poco andrà in pensione, e senza soldi. E basta poco per va- nificare tutto il lavoro fatto. È pos- sibile che il territorio investa così poco su un parco che fa questi nu- meri di visitatori?». l S.P. solo questa opera nel Biellese e deve occuparsi della manuten- zione di Valle Elvo, valle Oropa, parte della Valle Cervo, oltre alla proprietà regionale in Valsesse- ra. Ci dobbiamo occupare della manutenzione delle aree verdi, ma anche di piste e sentieri, ta- glio della vegetazione nei boschi e negli alvei… sono tanti gli am- biti di intervento, dobbiamo si- stemare tante cose che spesso dall’esterno non si vedono: ad esempio l’anno scorso abbiamo fatto tutte le piste tagliafuoco della Serra, un lavoro che nor- malmente facciamo in inverno per evitare gli incendi. Insomma, non è semplice, perché ogni zona ha le sue esigenze, le sue tem- pistiche, le sue emergenze, che spesso si accavallano, e la scelta delle priorità dipende anche dal- le direttive che ci dà la Regione circa i luoghi su cui interveni- re». Verso una fondazione per valorizzare la Burcina POLLONE L’idea di tornare ad una forma di governance locale per la Burcina è sul campo da tempo, ma ora sembra davvero sul punto di concretizzarsi. Infatti, con una de- libera del luglio scorso, l’Ente di gestione del Ticino e Lago Mag- giore, che amministra il parco in- sieme ad altre 13 aree protette, ha lanciato la proposta: la Burcina re- sterebbe all’interno dell’attuale En- te, per la gestione di base, mentre il territorio potrebbe dar vita ad una istituzione ad hoc. Lo strumento sarà probabilmente quello di una fondazione che, mettendo in rete enti locali, privati e associazioni, possa reperire risorse aggiuntive - finanziamenti pubblici, sponsoriz- zazioni, donazioni private - e ge- stirle per interventi di miglioramen- to, attività culturali e scientifiche, promozione turistica. Il Comune di Biella, principale proprietario della Burcina, discu- terà proprio stasera la proposta: «Si tratta - dichiara Valeria Varnero, assessora a Parchi e Giardini - di un importante punto di svolta nel go- verno del Parco: una “gover nance dedicata” consentirà di aprirsi a collaborazioni con privati, associa- zioni, cittadini che hanno a cuore questo patrimonio botanico e che potranno partecipare alla sua con- servazione e divulgazione in modo consapevole e fattivo». Reazioni positive anche da parte del comune di Pollone, compro- prietario dell’area: «Siamo convinti - afferma il sindaco Vincenzo Fer- raris - che questa sia la strada giusta: ho già portato la proposta in giunta e ora si tratta solo di verificarne gli aspetti formali». l S.P. Il lavoro, in fondo alla conca, sul terreno ripidissimo invaso dai rovi, è davvero duro, ed è il momento di una pausa. Risa- liamo con gli operai, che ci of- frono un caffè nel casotto adi- bito a deposito di attrezzi, men- tre la responsabile continua a raccontare i retroscena di un la- voro poco noto ma prezioso per il territorio. «Facciamo quello che possiamo, con le risorse che abbiamo, ma anche noi avrem- mo bisogno di personale: con i pensionamenti non rimpiazza- ti, abbiamo perso una intera squadra e oltretutto, con l’a b o- lizione del corpo forestale, tante incombenze sono ricadute su di noi. Quindi, qui in Burcina noi cerchiamo di fare, nel periodo invernale, una pulizia straordi- naria come questa: facciamo i lavori più pesanti, impegnativi, ma poi il risultato bisogna man- tenerlo e per questo è necessario avere personale stabile, che curi la manutenzione ordinaria. La Burcina è uno dei parchi più belli e frequentati del territorio, è evidente che, per mantenerlo in condizioni ottimali, ha biso- gno di risorse. E quindi le isti- tuzioni devono decidere: o ab- bandonano i parchi o devono decidersi ad assumere del per- sonale». Gli operai riprendono il lavoro, osservano la conca con soddi- sfazione ma anche con qualche rammarico: «Certo, dove inter- veniamo, il risultato si vede. Pe- rò quello che riusciamo a fare è solo una prima sgrossatura, per fare il lavoro di fino dovremmo dedicare una giornata per ogni pianta… C’è tanto da fare, bi- sognerebbe intervenire più spes- so, se si lascia un giardino ab- bandonato per anni, poi recu- perare è difficile...». l Simona Perolo